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Como e la Lombardia rischiano la zona arancione: oggi la decisione

Oltre 4mila casi soltanto ieri in regione, un’intera provincia (quella di Brescia) e altre singole zone già finite in zona “arancione rafforzato” o addirittura rossa (i comuni di Bollate, Mede e Viggiù), un incremento dei contagi per la sola provincia di Como che si è attestato sul +45% nell’ultima settimana rispetto ai 7 giorni precedenti.

E, come elemento essenziale, un indice complessivo Rt dato ormai come superiore alla fatidica soglia dell’1 a cui bisogna aggiungere oltre tremila quarantene nell’ambito scolastico nel territorio tra Lario e Varese sotto Ats Insubria.

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Sono ore di attesa per la Regione Lombardia in vista dell’esito del monitoraggio che oggi deciderà l’eventuale cambio di colore da giallo ad arancione, nel caso a partire da lunedì 1 marzo.

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La trafila, che porterà alla scelta con effetti eventuali da lunedì prossimo, sarà quella consueta: analisi dei dati da parte dell’Istituto Superiore di Sanità e poi decisione del ministero della Salute guidato da Roberto Speranza.

Nel caso in cui la regione dovesse dire addio alla zona gialla, escludendo l’ipotesi più restrittiva dell’intera Lombardia in zona “arancione rafforzato”, lo scenario più plausibile è che scatti il “classico” arancione già sperimentato.

COSA SUCCEDE IN ZONA ARANCIONE

Negozi ancora aperti ma chiusura di bar e ristoranti anche a mezzogiorno con la vendita di cibi e bevande nella modalità di asporto (dalle 5 alle 18, senza restrizioni; dalle 18 alle 22, vietata per i bar; consegna a domicilio consentita senza limiti di orario); nei festivi e prefestivi chiusi gli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri commerciali e dei mercati, a eccezione delle farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, punti vendita di generi alimentari, tabacchi ed edicole; chiuse palestre e piscine; consentito lo sport individuale.

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Sul fronte degli spostamenti, in area arancione, sarebbero consentiti all’interno del proprio Comune, tra le 5 e le 22, nel rispetto delle specifiche restrizioni introdotte per gli spostamenti verso le altre abitazioni private abitate; spostamenti verso altri Comuni consentiti esclusivamente per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute.

Sempre in vigore anche il cosiddetto coprifuoco: dalle 22 alle 5 consentiti esclusivamente gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute.

Per quanto riguarda le visite ad amici o parenti, in quest’area è consentito, una sola volta al giorno, spostarsi verso un’altra abitazione privata abitata dello stesso Comune, tra le 5 e le 22, a un massimo di due persone, oltre a quelle già conviventi nell’abitazione di destinazione. La persona o le due persone che si spostano potranno comunque portare con sé i figli minori di 14 anni (o altri minori di 14 anni sui quali le stesse persone esercitino la potestà genitoriale) e le persone disabili o non autosufficienti che convivono con loro.

A chi vive in un Comune che ha fino a 5.000 abitanti è comunque consentito spostarsi, tra le 5 e le 22, entro i 30 km dal confine del proprio Comune (quindi eventualmente anche in un’altra Regione o Provincia autonoma), anche per le visite ad amici o parenti nelle modalità già descritte, con il divieto però di spostarsi verso i capoluoghi di Provincia.

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