Le fotogallery in ultra hd e con taglio da veri fotografi, le lasciamo – appunto – ai veri fotografi che sapranno certamente rendere merito all’oggettiva bellezza della rinnovata Villa Olmo e al suo nuovo parco con orto botanico (7 milioni complessivi di intervento, di cui 5 dalla Fondazione Cariplo, ancora assolutamente misterioso il piano di gestione. Qualche immagine qui sotto).
Nelle corde di questa testata è invece il racconto in controluce della cerimonia di inaugurazione andata in scena questa mattina, a sala piena ma non gremita. E davvero c’è molto da raccontare.
Impossibile non partire dalle presenze (e dalla assenze). Memore del giorno in cui tutto nacque – il primo aprile 2014, quando Fondazione Cariplo premiò il progetto per Villa Olmo presentato dalla giunta Lucini-Gerosa e non il futuro campus universitario – il Pd si è schierato in grande stile.
C’erano i due Legnani (Stefano, ex presidente del consiglio comunale) e Tommaso (segretario cittadino) e c’era l’attuale rappresentanza una e trina FanettiLissiGuarisco (quasi una parola sola, ormai).
C’era l’ex assessore Marcello Iantorno, c’erano gli ex consiglieri comunali Vito De Feudis e Elide Greco, c’era la presidente della Provincia, Maria Rita Livio. Chiaro il significato interpretabile: “Oggi inaugura il centrodestra, ma quest’opera è nata con noi”.
Naturalmente – e bene ha fatto l’attuale amministrazione a invitarli – c’erano anche loro: l’ex sindaco Mario Lucini e l’ex assessore alla partita, Daniela Gerosa, architetto paesaggista nell’anima, che finalmente ha il “suo” Orto.
Giusto, ci stava assolutamente. Loro hanno mantenuto il basso profilo: molti sorrisi, qualche stretta di mano, poche parole ufficiali. Stile british, che peraltro – come vedremo – è stato ampiamente ripagato.
Fronte centrodestra: sindaco Mario Landriscina estremamente istituzionale, altre presenze molto misurate.
Come a qualsiasi altro evento pubblico della città c’era la presidente del consiglio comunale Anna Veronelli con altrettanto classica estensione telefonica protesa.
C’era naturalmente l’assessore a Parchi e Giardini Marco Galli, così come la zarina Elena Negretti, Simona Rossotti Adriano Caldara e Franco Pettignano.
E’ arrivata con ampio ritardo la collega Amelia Locatelli, si è visto il capogruppo della Lega Giampiero Ajani, quello della civica “Insieme” Franco Brenna e poi – al netto delle nostre possibili sviste e di un Marco Butti avvistato misteriosamente solitario in mezzo al parco – quasi nulle le presenze di altri consiglieri. Forse si poteva fare di più.
Sui livelli più alti: presente soltanto il consigliere regionale Cinque Stelle Raffaele Erba e stop. Nessun altro del pur folto drappello “comasco-romano-milanese” e zero deputati e/o senatori.
E ora, veniamo ai due momenti clou. Il primo stato senza dubbio il discorso del presidente di Fondazione Cariplo, l’avvocato comasco Giuseppe Guzzetti, probabilmente uno degli uomini più potenti dell’intera storia repubblicana.
Saltiamo la soddisfazione generale per aver finalmente visto i “suoi” milioni a frutto (anche tecnicamente) e lo sprone a che Villa Olmo “sia di tutti, non solo di un’élite”. Andiamo al dettaglio essenziale della breve orazione.
Ossia l’unico passaggio in cui è stato fatto un nome di persona: “La scelta lungimirante e provvida di Lucini che ci ha presentato un progetto e ci ha consentito di mettere a disposizione 5 milioni perché Villa Olmo potesse essere finalmente riconsegnata alla città”. Mario Lucini: è lui, l’ex sindaco al quale Guzzetti si è rivolto di persona nel momento pubblico. Nessun altro. Qualcosa senza dubbio vorrà dire.
Infine, il momento del taglio del nastro genialmente anticipato rispetto ai discorsi ufficiali, che soprattutto quando affidati ai tecnici – in particolare al progettista Angelo Dal Sasso – ha riservato lungaggini assolutamente eccessive nei tempi.
Il video lo vedete qui sopra: c’erano tutte le parti interessate, di ieri e di oggi. Ma la fuga rapida dalla foto ricordo di Lucini e Gerosa (ultimi secondi del filmato), oltre al silenzio della scena e l’assenza di strette di mano paiono testimoniare che i rapporti tra le figure simbolo delle ultime due giunte difficilmente potranno mai andare oltre a un cortesissimo gelo.
Anche fuori stagione, tipo oggi.
2 Commenti
Possono stringersi e mani e farsi i complimenti tra di loro, ma hanno speso una montagna di soldi pubblici per fare solo un orto. Invece anni fa c’erano le grandi mostre dell’assessore Gaddi e tutti i comaschi con un minimo di memoria e di gratitudine ancora le rimpiangono.
Dopo l’introduzione di alto spessore etico di Guzzetti, l’unico che ha spiegato quali sono i contenuti del nuovo parco di Villa Olmo è stato il progettista. I politici locali, attenti prevalentemente a se stessi, stanno ancora parlando d’altro e, dopo un anno, non sanno ancora come gestire questo patrimonio.