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Luna Park, Comune sconfitto dai giostrai. “Vittoria su tutti i fronti. Riconosciuto il nostro diritto a lavorare”

La contesa tra i giostrai e il Comune di Como per la riduzione dell’area di Muggiò da 20mila a 5mila metri – causa poi arricchitasi di ulteriori elementi – era in ballo dal marzo del 2023 quando appunto la giunta Rapinese decise di ridurre di circa l’85% l’estensione dell’area di piazza d’Armi, decretando di fatto la fine del Luna Parka in città.

Una prima decisione in tal senso era arrivata nell’ottobre del 2024 con i giudici del Tar che avevano demolito la decisione della giunta di Como e il luna Park era ritornato a occupare gli spazi previsti (seppur ridotti, causa di ulteriore contrasto tra le parti in causa), la scorsa Pasqua.

Si era però in attesa di un’ultima, ulteriore decisione da parte del Tar che è arrivata il 22 luglio di quest’anno e che è stata resa nota oggi. E ancora una volta la vittoria è andata ai giostrai

“Si tratta di un successo ottenuto su tutti i fronti – dice il rappresentante dei giostrai Mario Maggi – Si è ribadito il nostro diritto a poter lavorare”.

E nelle 45 pagine della sentenza la vicenda viene ripercorsa passo dopo passo fino alla decisione attuale. Diversi i passaggi in cui si da conto di quanto successo.

“Altrettanto indubbio è, allora, che la delimitazione che ha ridotto in modo consistente l’area de qua ad una porzione di 12.500 mq, oltre la porzione di 2.500 destinata alle carovane di abitazione degli esercenti, ne realizzi – rispetto al passato – una significativa contrazione che, anche a non volerla quantificare nei termini allegati da parte ricorrente – e, dunque, anche stando alla prospettazione comunale -, risulta di oltre 1/3 inferiore rispetto all’area individuata in precedenza, ovvero sino all’edizione dell’anno 2023. Tale individuazione dell’area destinata al Luna Park si palesa, allora, illegittima, in quanto volta a provocare una drastica riduzione delle attrazioni suscettibili d’installazione, compromettendo la capacità recettiva dell’area stessa rispetto alla immutata domanda proveniente dagli operatori del Luna Park, così snaturando anche la “funzione sociale” assegnata dallo Stato allo spettacolo viaggiante. Né, peraltro, dalle premesse del deliberato oggetto di gravame è possibile ricavare le ragioni e, ancor prima, una adeguata istruttoria da parte del Comune….”

“Si è riconosciuta la nostra funzione sociale. Non chiedevamo altro che di poter lavorare, visto che le famiglie coinvolte sono numerose”, aggiunge Maggi.

Il Comune di Como è poi stato condannato “al pagamento delle spese di lite in favore, in solido, dei ricorrenti, liquidandole in complessivi € 3.000,00, oltre accessori di legge. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa”.

 

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