Da simbolo di rinnovamento urbano a motivo di dibattito acceso. I nuovi parapetti posati in via sperimentale, come richiesto dalla Sopraintendenza, sul lungolago di Como stanno dividendo la città.
Se da un lato le istituzioni richiamano esigenze di sicurezza e rispetto delle normative, dall’altro i residenti esprimono a gran voce il loro dissenso. Il motivo? Secondo più d’uno si tratta della perdita di un pezzo di identità collettiva e l’impressione di un’estetica “fredda” e poco coerente con il contesto paesaggistico. Abbiamo raccolto alcune voci direttamente dalla passeggiata sul lungo lago di Como. Il risultato è un coro critico, tra nostalgia per gli storici parapetti e proposte alternative che vadano a dare maggiore attenzione al design e alla modernità.
Angelo e Gigliola, comaschi con una spiccata sensibilità per il design, non hanno dubbi: “Como è ormai un’attrattiva mondiale. Perché fare le cose in fretta? Sarebbe bastato un concorso di idee, abbiamo tanti giovani designer talentuosi. Una commissione qualificata avrebbe potuto selezionare la proposta migliore. I parapetti mostrati? Non ci hanno colpito. Dobbiamo puntare sul miglior Made in Italy possibile”.
Claudio Salvagni, presidente della Canottieri Lario, propone una soluzione moderna ma rispettosa del paesaggio: “Forse dei parapetti in cristallo trasparente sarebbero l’ideale per valorizzare la vista lago, come se fosse un palcoscenico. Questi neri invece spengono tutto. Non hanno senso in quel contesto, troppo minimalisti. I vecchi timoni avevano un’anima”.
Luigi e Santi, invece, leggono la vicenda in chiave più amara: “Questa è solo una questione di soldi. I parapetti storici avevano una storia, ora si guarda solo al business. Le decisioni dei cittadini non contano più. Hanno tolto anche i parcheggi per le moto per fare cassa con quelli delle auto. È lo stesso spirito”.
Sonia, profondamente legata alla memoria storica del lungolago, rimpiange ciò che era: “I nuovi parapetti sono molto meno belli di quelli che ricordo da bambina. I vecchi erano unici, caratteristici del nostro lago. Il vetro? Troppo difficile da mantenere, bisognerebbe pulirli tutti i giorni perché appena si sporcano si vede immediatamente. Ma quei timoni, quelli sì che parlavano di Como”.
Angelo, un altro residente, sintetizza il pensiero comune: “Va bene rinnovare, ma serviva qualcosa di moderno però nello stile dei vecchi timoni. Quelli nuovi non hanno carattere”.
Pascal e Francesco sono sulla stessa lunghezza d’onda: “Quelli fatti vedere non piacciono. Preferiremmo quelli vecchi, o anche il vetro può andare. Ma questi no. Si potrebbe anche direttamente non mettere alcun parapetto ma non so come potrebbe funzionare per quanto riguarda la sicurezza”. E Francesco aggiunge: “Quelli del 1900 sono legati all’Esposizione Voltiana. C’è storia, c’è identità. Questi nuovi? Non trasmettono nulla”.
Il destino dei nuovi parapetti è ora in mano a Comune e Soprintendenza, che nelle prossime settimane dovranno decidere se confermare il progetto, modificarlo o ripensarlo completamente. Ma una cosa è certa: qualunque decisione verrà presa, sarà sotto gli occhi e i giudizi di tutta la città.