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“Il negozio in centro Como? Ecco perché ho chiuso. Non mi pento di nulla, ma ora darei qualche consiglio”

Coraggio e gentilezza non le sono certo mai mancati. Anche nella telefonata per questa intervista le parole pronunciate più volte sono “grazie” e “complimenti per il servizio di informazione che date”, da Maddalena Colombo. E’ lei l’imprenditrice che nel 2014, 26enne, ha avuto l’intuizione di mollare il posto fisso nel settore tessile, che sembrava la prosecuzione ideale dei suoi studi al Setificio, per diventare una artigiana e aprire un suo negozio in via Giovio, il “deComm”, una boutique del souvenir made in Como e soprattutto handmade by Maddalena.

Il suo messaggio di addio, pubblicato anche sul nostro sito, non è passato inosservato. Per dieci anni il suo negozio è stato il punto di riferimento non soltanto per i turisti, ma anche per tantissimi comaschi. L’attività di Maddalena proseguirà attraverso la vendita online e le importanti collaborazioni avviate in questi anni con tre gioielli del Lago di Como, da Villa Carlotta a Villa Balbianello, passando per Villa Bernasconi a Cernobbio e un wedding planner, specializzato, neanche a dirlo, in matrimoni da sogno sul Lario.
Certo che una “chiusura” di un negozio fisico così, negli anni del boom turistico, va quantomeno indagata un pochino…

“A voi posso dirlo, credo che la molla principale che ha fatto scattare il cambio di attività sia l’arrivo del mio secondo figlio. La nascita è prevista tra un mesetto. Il primo ha due anni, è arrivato nel dicembre del 2021, era il periodo del Covid – ricorda Maddalena – non è stato un momento facile, come per tanti. In negozio mi ha aiutato sempre soltanto mia mamma, ho cercato di tenere aperto il più possibile, ma ammetto che ci sono stati momenti difficili. Oggi, dopo dieci anni di attività, penso fosse giusto di cambiare, per i miei bambini e poi anche per un discorso di calcolo economico”.

Ovvero?
E’ stato un decennio di investimenti importanti e continui. Anche la mia commercialista mi ha fatto ragionare. Alla fine facevo il fatturato più con le collaborazioni esterne, che con la vendita diretta. Anche perché il mio non è il mercato dei souvenir made in Cina, ma per una tazza decorata non posso chiedere neppure 50 euro. Avevo tanti piccoli clienti, giustamente esigenti e impegnativi. Anche la vendita di un singolo oggetto richiede tempo e attenzione. Per i miei clienti ci sarò sempre, online o al telefono, ma tutte le spese per tenere aperto il negozio non avevano più molto senso.

E’ vero che il deComm era diventato anche un punto di ritrovo per scambiare due chiacchiere?
Beh parlare, l’avrà capito anche lei, è uno dei miei punti di forza (ride Maddalena) diciamo che qualche cliente un po’ boomer, la generazione dei cinquantenni, veniva qui anche per fare due parole e mi hanno già detto che si sentiranno un po’ più soli. Però, ripeto, non ho nessun pentimento riguardo la scelta di chiudere.

Facciamo un salto indietro nel tempo, a dieci anni fa. Rifarebbe quel percorso? E, se posso chiedere, si sentirebbe di consigliare ora a una giovane Maddalena di mollare il posto fisso per mettersi in proprio e fare un salto nel vuoto con un’attività nuova?
Ma certo che lo rifarei, e mi sento anche oggi di consigliare un giovane o una giovane di provare sempre a inseguire i suoi sogni. Ecco, dopo la mia esperienza, potrei aggiungere alcuni consigli pratici magari, quali di investire sempre in consulenze prima di qualsiasi passo. Un buon commercialista, un esperto di strategia di marketing o altri professionisti possono evitare di incorrere in qualche errore di gioventù.

Di certo via Giovio e la Città murata perdono qualcosa di più di un punto vendita. La speranza è che ora quegli spazi non si trasformino anche loro in una delle tante vetrine di brand famosi che stanno spersonalizzando il centro di Como. L’identità del “deComm” però va avanti, come il lavoro certosino di Maddalena a disegnare e dipingere soggetti originali, con quella passione per il Lago di Como che le hanno trasmesso la nonna Silvana e la mamma Mariapia. Il pennello tratteggia il Duomo, gli idrovolanti, la fontana di Camerlata, la Lucia e l’inconfondibile forma del Lago di Como, che per i Sulutumana è un omino che balla o, in una visione un po’ meno poetica, una Y rovesciata.

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