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Maschera di Anonymous, vestiti di nero, immobili e sugli schermi immagini shock: chi sono gli attivisti in centro Como

Nell’atmosfera natalizia, a Como ieri 25 novembre era facile imbattersi in una performance decisamente straniante rispetto al contesto di luci, alberi e casette. All’incrocio tra i Portici Plinio e piazza Duomo, infatti, colpiva la presenza di due persone spalla a spalla, completamente vestite di nero, con il volto coperto dalla maschera di Guy Fawkes (simbolo di Anonymous) e con in braccio due grandi schermi. Difficile soffermarsi più di qualche istante sulle immagini, peraltro, visto che mostravano scene di animali sofferenti e sottoposti a trattamenti di vario genere.

Si trattava della messa in scena artistica dei militanti vegani per protestare contro le sofferenze degli animali legate all’industria alimentare, una derivazione ormai diffusa in tutto il mondo che prende origine da un’associazione australiana: “Anonymous for the voiceless”.

Immobili, gli attivisti mascherati hanno lasciato scorrere sugli schermi le immagini sulle violenze contro gli animali, con il chiaro invito a smettere di mangiare carne e derivati vari.

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16 Commenti

  1. Espongono la verita’, quello che c’e’ dietro al piatto che mangi, guardate bene, siate curiosi e riflettete con calma. Tradizioni e abitudini o soddisfare il palato x 5 minuti non giustificheranno mai le violenze, abusi e morte che ci sono dietro

  2. Non fanno altro che mostrare la realtà, in modo pacifico, autorizzato e con grande disponibilità al dialogo. Le pubblicità dei prodotti animali fanno sempre vedere galline, vitelli, maiali felici e realtà bucoliche. È quindi importante che la realtà venga mostrata ai consumatori per poter scegliere in modo consapevole. Non vedo quale possa essere il problema nel diffondere informazione. Da fastidio perché è scomoda?

  3. Sono uno degli attivisti di Anonymous for the Voiceless che hanno partecipato alla manifestazione statica di cui si parla in questo articolo. Ringrazio il giornalista per aver spiegato ciò che facciamo ma voglio precisare che i nostri eventi sono sempre autorizzati dalle amministrazioni locali, sono sempre pacifiche, sebbene spesso veniamo provocati da persone che hanno uno strano modo di “divertirsi” e soprattutto mostriamo come l’uomo abusa della vita degli altri animali non solo per scopi alimentari ma anche per produzione vestiaria, sperimentazione, intrattenimento come circhi, acquari, zoo, etc. Cerchiamo di avere dei dialoghi con persone che si soffermano a guardare i video, ponendo domande che spesso portano i nostri interlocutori a capire da sé quanto sia sbagliato ed ingiusto il sistema che abbiamo creato sfruttando la vita di altri esseri senzienti, ovvero animali non umani ma comunque dotati di sensi e di sensibilità a cui l’uomo nega il più elementare dei diritti: una vita libera.

  4. Sarebbe utile spiegare che queste persone cercano di far capire quanto siano devastanti per l’uomo, l’ambiente e gli animali gli allevamenti intensivi, megaintensivi.
    Le produzioni di cibo di qualità dove l’Italia è leader assoluto e inarrivabile nel mondo non vengono minimamente contestate.
    Si contesta l’uso folle dell’acqua e dell’acqua di falda per l’allevamento intensivo, l’uso folle di pesticidi, l’uso folle di antibiotici, l’uso folle dei terreni che diventano monocolture e distruggono l’humus, e la folle…. deforestazione che si fa per creare spazio ad allevamenti intensivi o colture intensive usate come foraggio.
    Stesso discorso viene fatto per il mare, le microplastiche, gli scarichi incontrollati, la pesca intensiva e predatoria che alcune nazioni fanno.
    Stesso discorso vale per gli inquinanti in atmosfera.
    In sintesi tanto per fare un esempio se il 70% delle terre coltivabili è di proprietà del 10% delle aziende è bene che il consumatore lo sappia e venga informato per poter cercare nel suo piccolo di fare scelte differenti e più sostenibili.
    Il consumatore è il re se ben informato e seguito.
    l’Italia ha solo fa perdere nel dover lottare contro sistemi intensivi di produzione visto che ha la qualità gastronomica prima al mondo irraggiungibile per che fa produzione intensiva.

    1. Beh indubbiamente nella produzione di carne derivati è imparagonabile in termini di sostenibilità rispetto alla produzione animale. Basterebbe già solo questo per optare in un cambio di direzione.
      In realtà, per essere precisi, gli attivisti di Anonymous for the Voiceless cercano di sensibilizzare le persone con cui dialogano verso una totale astensione dall’utilizzo e il consumo di animali e derivati, avendo una posizione abolizionista rispetto all’oppressione e allo sfruttamento di tutti gli altri animali.
      PS: le piante non hanno terminazioni nervose, né tantomeno un sistema nervoso centrale.
      Qualora si scoprisse una forma di sofferenza accertata, basti considerare che una dieta 100% vegetale risparmierebbe un gran numero di piante in meno rispetto a qualunque altra dieta onnivora.

    1. Moltissime popolazione al mondo sono denutrite proprio perché la maggior parte degli esseri umani nella parte ricca del mondo, consuma una quantità enorme di vegetali destinati all’allevamento degli animali considerati cibo.

    2. Se pensi che l’82% dei bambini che soffrono di fame nel mondo vive in paesi i cui terreni agricoli sono destinati alla produzione di quei mangimi con cui vengono nutriti gli animali che vengono mangiati nel mondo occidentale.
      Leggi questo articolo e ti farai un’idea.
      https://animalequality.it/blog/perche-la-fame-nel-mondo-e-strettamente-legata-al-nostro-consumo-di-carne/
      Sul fatto che anche i vegetali soffrono beh, non commento. Ma c’è un dato che dovresti tenere in considerazione ed è il fatto che gli animali di cui ti nutri mangiano molti più vegetali di quanti ne potresti mai mangiare tu direttamente.

    3. Ripassino di biologia magari? Comunqie se ci tieni alla
      presunta sofferenza delle piante non mangiare carne perché gli animali se ne mangiano molte più di noi umani.

  5. Possono anche avere ragione, ma come si fa a rinunciare al culatello che sta alla gastronomia come la cupola del Brunelleschi sta all’architettura….

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