Mentre molte botteghe artigiane abbassano la serranda per sempre, a Inverigo c’è chi ha scelto di andare contro corrente. Matteo Beccalli, ha lasciato un lavoro sicuro come manutentore meccanico in un’azienda chimica per seguire la sua passione: l’arrampicata. Oggi è uno dei pochi calzolai specializzati nella risuolatura di scarpette da arrampicata e scarponi da montagna. E mentre il mestiere del calzolaio si estingue, lui ha appena annunciato il trasloco in un laboratorio più grande.
Un lavoro e una passione
“Lavoravo da dieci anni in un’azienda, ma l’ambiente era diventato insostenibile. Litigi continui e anche un po’ di mobbing, così un giorno ho detto basta. Mi sono licenziato senza avere un piano preciso. Era un salto nel vuoto”, racconta Matteo. Era il 2019, poco prima dello scoppio della pandemia, una scelta coraggiosa, in un momento difficile. “Ero in disoccupazione, senza certezze. Ma avevo bisogno di cambiare”.
L’occasione arriva per caso. “La mia passione è l’arrampicata e un giorno sono andato a far risuolare le mie scarpette proprio qua, questa bottega è sempre stata un punto di riferimento per gli arrampicatori del comasco e del lecchese. Il calzolaio che c’era prima, Antonio, mi ha detto che aveva dei problemi di salute e quindi avrebbe mollato ma gli dispiaceva far morire l’attività. Io ero in disoccupazione e mi sono detto: ‘perchè no? Non mi costa nulla provarci’. Allora Antonio ha iniziato a insegnarmi il mestiere. Mi è piaciuto fin da subito anche se avevo l’iniziale paura che arrampicare, e in più fare lo stesso lavoro, potesse essere un’arma a doppio taglio. Alla fine si è rivelata la scelta giusta”.
Così nasce la nuova avventura. Antonio gli insegna il mestiere con pazienza. “Mi ha trasmesso tutto quello che sapeva. Ma il primo vantaggio è stato essere io stesso un arrampicatore: sapevo cosa vuol dire mettere il piede su una presa e fidarti della scarpetta. Quando lavori con chi scala, devi parlare la stessa lingua”.
Con il tempo, entra anche suo fratello Alessandro, e il piccolo laboratorio comincia a crescere. Da qualche cliente privato si passa presto a collaborazioni con numerose palestre. “Oggi lavoriamo con quasi tutte le principali strutture tra Milano, Varese e Lecco: Manga Climbing, Solid Climbing Club, Rockspot, Stone Age Climbing Park e Ikigai Climbing”.
Qualità, passione e riconoscimenti
Il segreto? La qualità. “Ci sono altri laboratori, ma molti si improvvisano. Le scarpette non sono scarpe normali, vanno smontate, rimodellate, incollate con colle specifiche, rifinite con precisione millimetrica. Un errore nella rifinitura e la scarpetta perde sensibilità. Se sbagli incollaggio, si compromette la struttura interna. E questo un calzolaio generico non sempre lo può sapere. Molti adesso si improvvisano, ma spesso fanno danni. Alcuni clienti si sono visti rovinare le scarpette da calzolai che le trattano come scarpe normali: le incollano sopra, senza togliere la vecchia suola, e diventano rigide come legni. Non le puoi più usare”.
Matteo spiega in cosa consiste la differenza fra il suo lavoro e quello di un calzolaio classico, partendo proprio dal processo di risuolatura, un’operazione che richiede cura, tecnica ed esperienza. “Prima si mette la scarpetta in forma, poi si smonta la suola e si pulisce tutto. Si controlla se l’intersuola o la punta sono rovinate e si fanno le riparazioni necessarie. Dopo si rimettono le parti nuove, rifinite con precisione. La rifinitura è fondamentale: l’angolo deve essere perfetto è il passaggio più delicato, se non lo fai bene, lo senti subito quando scali. E se sbagli incollaggio, rovini la struttura interna, il materiale si ammorbidisce e la scarpa perde le sue caratteristiche”.
Proprio per l’eccellenza del suo lavoro, Matteo è oggi risuolatore autorizzato La Sportiva e Scarpa, i due principali marchi italiani del settore. “È un riconoscimento importante, ti selezionano e vengono a controllare il laboratorio, i macchinari, poi ti formano direttamente in azienda. Non danno il loro nome a chiunque”.
“Tocca a noi portare avanti quel sapere”
Ora, dopo cinque anni di attività, arriva un’altra svolta. “Ci trasferiamo in un locale più grande, sempre a Inverigo, vicino al cinema di Arosio. Lo spazio attuale non basta più abbiamo bisogno di più macchinari e più postazioni, è un ottimo segno, significa che il il lavoro c’è, cresce e lo stiamo facendo bene se tante persone si affidano a noi”.
In un momento in cui gli artigiani sono costretti a chiudere o reinventarsi, Matteo apre un nuovo laboratorio e mantiene viva la tradizione. “Siamo artigiani, ma anche tecnici. La gente ha ancora bisogno di mani esperte, soprattutto in uno sport di precisione come questo”.
Gli chiediamo se c’è un segreto per riuscire, sorride: “Passione. Senza quella, non vai da nessuna parte e poi, non smettere mai di imparare. Anche Antonio, quando ha cominciato nel 2002, ha fatto tanta fatica, le prime scarpette che ha risuolato erano belle da vedere, ma ingestibili. Ha imparato giorno dopo giorno, ora tocca a noi portare avanti quel sapere“.