RADIO COMOZERO

Ascolta la radio
con un click!

Attualità, scuola

Maxi indagine su 2400 adolescenti comaschi: “Difficoltà con gli adulti, sentimenti, dipendenze. Ecco il loro mondo”

Un’indagine approfondita sul mondo adolescenziale comasco rivela luci e ombre nelle relazioni tra giovani e adulti, nel rapporto con sé stessi e con la tecnologia. La ricerca è stata presentata oggi al Teatro Accademia dei Trasformati, si tratta di un’iniziativa promossa dal Centro Studi sull’Adolescenza Caos di AttivaMente, in collaborazione con l’Istituto Minotauro di Milano, e ha coinvolto oltre 2.400 studenti tra gli 11 e i 19 anni. L’obiettivo? Indagare stili di vita, abitudini, relazioni, valori, affettività e gestione del disagio giovanile. “La finalità del sondaggio è quella di raccogliere dati per poter rispondere al meglio alle esigenze dei nostri ragazzi“, ha spiegato Valerie Moretti, di AttivaMente.

“La ricerca è nata come risposta al bisogno degli adolescenti di essere ascoltati. I bisogni sono precisi e noi adulti dobbiamo imparare a riconoscerli e rispondervi in maniera efficace – ha aggiunto la dottoressa Laura Fasani – È  importante che gli adulti si mettano in ascolto senza pregiudizi e soprattutto senza sminuire i sentimenti dei ragazzi. I giovani vogliono essere sentiti ma spesso non sanno come esprimere il loro disagio. Per questa ragione abbiamo deciso di creare dei focus group da cui sono sono emerse le problematiche più a cuore dei preadolescenti e degli adolescenti, da lì abbiamo iniziato a progettare le domande per il questionario”.

Lo studio è nato da un lavoro congiunto tra gli psicologi Filippo Rosa e Leopoldo Romanelli, membri dell’équipe Dipendenze Tecnologiche coordinata da Matteo Lancini e il team del Centro Studi CAOS. Il questionario self-report, composto da 37 item, è stato distribuito in 11 scuole del territorio. L’iniziativa ha permesso di raccogliere direttamente i vissuti, le percezioni e i bisogni espressi dagli adolescenti. “Uno degli aspetti più critici emersi riguarda la relazione con gli adulti – ha spiegato Rosa – Sebbene la maggioranza degli adolescenti riconosca l’importanza di figure adulte di riferimento, nei momenti di difficoltà la strategia più diffusa resta quella del ritiro: mi chiudo in me stesso/a o preferisco non pensarci. Questa modalità di approccio è molto pericolosa, i ragazzi così imbottigliato tutte le emozioni negative e, prima o poi scoppiano, ricorrendo ad azioni violente o autolesioniste. Solo una minoranza sceglie di confidarsi con un adulto, preferendo il supporto tra pari o strategie di evitamento. Il dato si aggrava con l’età: i ragazzi tra gli 11 e i 14 anni mostrano maggiore apertura verso genitori e insegnanti, mentre i più grandi, 15-19 anni, tendono a escluderli, considerandoli spesso troppo occupati, emotivamente non disponibili o addirittura incapaci di comprendere le loro emozioni. Una percezione che alimenta una distanza relazionale significativa, in cui il confronto generazionale viene progressivamente sostituito da quello orizzontale tra coetanei”.

Nonostante le fragilità evidenziate, la famiglia rimane comunque il primo riferimento, seguito dal gruppo di amici e dai social media. La scuola occupa il quarto posto (24%), davanti solo ai mass media. “Per quanto riguarda l’affettività e la sessualità, molti adolescenti distinguono i due ambiti, trattandoli come aspetti separati – ha specificato Romanelli – Alcuni appaiono ancora poco interessati o consapevoli della propria sessualità, mentre per altri essa rappresenta una forma di intimità e legame affettivo. Internet, in questo contesto, gioca un ruolo ambivalente: fonte di confusione e aspettative irrealistiche, ma anche spazio di esplorazione e comprensione”. Dai dati emerge che, in tema di relazioni, c’è un forte desiderio di legami stabili basati su fiducia, comprensione e rispetto. Tuttavia, la gestione delle crisi relazionali, litigi, rotture, compromessi, è vissuta come una delle sfide più complesse.

“Oltre il 60% degli adolescenti afferma di bilanciare il tempo online con attività come lo sport, ma il 21% dichiara di dedicare la maggior parte del proprio tempo libero a internet – ha affermato Rosa – Per affrontare stress e ansia, più della metà dei ragazzi si rifugia nelle passioni o nel confronto con gli amici. Preoccupano però i dati sul disagio: il 14% ricorre a sostanze e il 4,3% ad atti autolesivi, quasi uno su cinque non trova supporto adeguato nelle proprie risorse personali o relazionali“.

Alla luce di questi risultati, il Centro Studi sull’Adolescenza CAOS ha avviato una serie di azioni concrete per rispondere al bisogno di ascolto e supporto emerso dalla ricerca. Tra queste: spazi accoglienti per lo studio, il confronto e la socializzazione, con figure educative disponibili all’ascolto, incontri gratuiti su tecniche di studio e memorizzazione, percorsi di counseling a prezzi accessibili, workshop gratuiti di mindfulness per adolescenti e, infine, incontri in piccoli gruppi dedicati alla genitorialità. “L’obiettivo è ora ampliare l’impatto di queste iniziative – ha concluso Moretti – coinvolgendo attivamente anche la comunità adulta: genitori, insegnanti ed educatori affinché tornino ad essere figure accessibili e capaci di contenimento emotivo. Perché ascoltare i ragazzi oggi significa costruire comunità più forti domani”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
TAG ARTICOLO:

Potrebbe interessarti:

Videolab
Turismo