La grande fuga del personale sanitario è in corso. I numeri in tal senso sono allarmanti e indicano come, dal 2016 al 2020, ben 111 medici hanno abbandonato volontariamente il posto di lavoro nella Asst Lariana. Una tendenza negativa, in costante progressione negli anni pre covid che l’effetto della pandemia aggraverà ulteriormente in futuro. L’analisi è stata effettuata da Anaao-Assomed ( il indacato dei medici e della dirigenza sanitaria più rappresentativo a livello nazionale) Lombardia che ha monitorato i numeri riguardanti l’abbandono del Servizio Sanitario Regionale lombardo da parte dei medici pubblici. L’analisi è iniziata nel 2016, partendo dalla riforma Maroni che ha ridisegnato i perimetri delle aziende, rendendo quindi differenti anche le dotazioni organiche. “Per quanto riguarda i dati comaschi si tratta di una tra le strutture lombarde che ha avuto il maggior numero di cessazioni”, spiegano da Anaao – Assomed.
I dati riguardano la sola causale relativa al licenziamento su base volontaria, escludendo tutte le altre causali relative ai vari tipi di pensionamento o di mobilità verso altre strutture pubbliche. “In questo modo si rendono evidenti solo i medici che scelgono di cambiare lavoro e non di interromperlo o smettere del tutto. Le cause principali sono identificabili nei tagli al personale e alla carenza di specialisti che rendono organici sempre più sofferenti per via del carico di lavoro; nell’aumento della presenza femminile tra il personale, la quale si trova a dover affrontare un sistema a turni e orari disagevole soprattutto per coloro che hanno una famiglia a carico; una burocrazia sempre più pesante; un’assente autonomia decisionale e una soffocata premiazione della professionalità – totalmente disincentivata; un pericoloso incremento del rischio di denunce legali e aggressioni verbali e fisiche oltre che uno spegnimento progressivo delle ambizioni di carriera”, spiega Assomed.
Come detto “ci sono diverse motivazioni. Ad esempio ci sono aziende in cui le uscite possono essere giustificate a causa della loro natura di aziende periferiche, per cui la loro attrattività è minore, in un momento come questo dove la carenza di medici specialisti apre il mercato del lavoro, spingendo i medici a scegliere posti più graditi o prestigiosi. – puntualizza Stefano Magnone, Segretario di Anaao-Assomed Lombardia – Oppure vi sono grandi strutture ina ree urbane che probabilmente hanno uscite importatni per vicende interne. Alla politica le soluzioni: valorizzazione delle carriere, benessere organizzativo, leadership e management attenti al capitale umano, che è la risorsa più preziosa del Servizio Sanitario Regionale. Per il momento la risposta è sostanzialmente il silenzio.”