Si allarga la rivolta contro il Comune di Como per il nuovo regolamento su meno tavolini, tovaglie e ombrelloni uguali per tutti, niente fioriere o divanetti e così via. A chiedere lo stop all’iter – che dovrebbe approdare in consiglio comunale a gennaio – è direttamente Confcommercio Como. Di seguito, il comunicato integrale diffuso dall’associazione.
La Categoria dei Pubblici Esercizi di Confcommercio Como ha formalizzato le proprie osservazioni in merito alla proposta di Regolamento per la Disciplina dell’Occupazione degli Spazi Pubblici che l’Amministrazione Comunale di Como intende adottare. Pur condividendo i principi generali di razionalizzazione e unificazione delle procedure, ritenendo che la normativa debba essere improntata a criteri di chiarezza, equità e trasparenza, l’Associazione sottolinea l’urgenza di un confronto strutturato per tutelare gli operatori.
La sospensione è indispensabile per il confronto – In primo luogo Confcommercio Como propone la sospensione temporanea dell’iter di approvazione del regolamento. Il coinvolgimento diretto dell’associazione di categoria maggiormente rappresentativa è infatti condizione essenziale per garantire che le nuove regole rispondano alle reali esigenze del comparto e non si traducano in meri adempimenti formali, difficili da rispettare senza adeguata informazione.
Gradualità e adeguamento contro danni ingiustificati – L’Associazione chiede inoltre che venga previsto un termine ampio tra l’approvazione del regolamento e la sua effettiva entrata in vigore, consentendo così agli operatori di regolarizzare la propria posizione e di adeguarsi alle nuove disposizioni. Considerando che i controlli sul rispetto delle normative pregresse sono stati fino ad oggi sporadici, un’applicazione graduale della nuova disciplina è indispensabile per evitare danni economici ingiustificati, soprattutto in caso di scadenza delle autorizzazioni.
“Non possiamo condividere, in particolare, la previsione che impone lo smontaggio delle strutture in attesa di rinnovo – specifica il Presidente dei Pubblici Esercizi Giovanni Ciceri – Questa misura rischia di penalizzare le attività per una mera questione formale, senza tenere conto della complessità gestionale”.
Proporzionalità e controllo della degenerazione urbana – L’Associazione pone l’attenzione anche sulla necessità di chiarire aspetti tecnici fondamentali. In particolare, il nuovo calcolo delle misure interne e la definizione del concetto di somministrazione dovranno essere oggetto di un’interpretazione univoca e condivisa, favorendo i nuovi investimenti e tenendo conto delle esigenze particolari di ciascuna attività. Si suggerisce di identificare un principio di proporzionalità tra spazi interni ed esterni come base per la norma, sempre nel rispetto della circolazione e della funzione di servizio pubblico degli spazi urbani.
Un altro elemento cruciale riguarda la salvaguardia della qualità urbana. È necessario evitare che una diminuzione eccessiva del numero di tavoli favorisca fenomeni di sub-commercio alternativo non legittimo, con conseguente perdita di controllo e di qualità del servizio offerto, che potrebbe portare a una vera e propria degenerazione urbana.
“La Categoria dei Pubblici Esercizi di Confcommercio Como – conclude Ciceri – ribadisce la piena disponibilità al dialogo aperto e volontario, auspicando che le osservazioni espresse vengano tenute in debita considerazione, nell’interesse di una regolamentazione equa, sostenibile e rispettosa delle esigenze di tutti i soggetti coinvolti”.