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Maurizio Paoli, il maestro delle meridiane: i suoi orologi di ombre e sole amati da Capiago a Beirut

C’è un tempo sempre uguale, identico per tutti e immutabile, scandito com’è dalle lancette dell’orologio. E c’è un tempo dettato solo dagli spostamenti del Sole, diverso in ogni stagione e in ogni luogo. E poi c’è chi è riuscito a far convivere questi due modi così diversi di vivere il tempo imparando il linguaggio segreto del Sole e delle sue ombre e riuscendo a trasformarlo in veri e propri capolavori, equilibrio perfetto di calcoli matematici e passione.

Lui è Maurizio Paoli, consulente di viaggi abituato a girare il mondo orologio alla mano tra aerei da prendere e coincidenze da non mancare da un lato, e creatore di meridiane capace di studiare gli impercettibili movimenti delle ombre dall’altro.

Una passione insolita, ma soprattutto un sapere antichissimo, oggi quasi del tutto perduto soppiantato dalla praticità di ore tutte uguali che ci impongono di tenere d’occhio quello che abbiamo al polso o lo schermo del cellulare piuttosto che alzare lo sguardo verso il cielo.

“Ho iniziato per caso all’inizio degli anni Novanta quando un mio amico, Lucio, mi ha chiesto di aiutarlo a sviluppare un sistema per calcolare la posizione in cui collocare le linee e lo gnomone delle meridiane che costruiva – racconta – così una sera l’ho accompagnato a Milano a casa dell’ingegner Enrico Del Favero, grande esperto e autore di un importante volume su questo argomento, e lì è cominciato tutto”.

Da quella serata, infatti, i due amici tornano a casa portando con sé un piccolo tesoro di informazioni che la passione di Maurizio per i calcoli matematici e la trigonometria, forte dei suoi studi ingegneristici, avrebbero trasformato in un prezioso strumento di lavoro: “Tra le mani avevamo un pacchetto di fotocopie piene di istruzioni per calcolare la posizione delle linee, la lunghezza dello stilo, l’angolo di inclinazione e l’orientamento della parete – ricorda Maurizio – così io e Lucio, per i successivi tre mesi, abbiamo trascorso le serate a ideare un foglio di calcolo in cui, inserendo le coordinate geografiche ma anche i riferimenti del giorno in cui vengono fatti i rilievi, si ottengono tutte le indicazioni per disegnare una meridiana perfetta”.

Ma quello che era nato solo come un semplice modo per aiutare un amico, in realtà era un seme che aspettava solo l’occasione giusta per germogliare: “Nel 2018, un po’ per gioco, mi sono offerto di realizzare una meridiana sul muro della cascina in cui abito, a Capiago Intimiano – racconta – poi è arrivato il Covid e, con il settore del turismo completamente fermo, come tanti, ho iniziato a riprendere in mano passioni che avevo un po’ abbandonato”.

Così, mentre il mondo si fermava e le giornate smettevano di essere rigidamente scandite da impegni e dal ticchettio dell’orologio, Maurizio ha iniziato a restituire al trascorrere del tempo una dimensione dimenticata. E non ha più smesso.

“Ho iniziato a studiare, a cercare chi ancora fosse in grado di costruire meridiane e ho aperto un sito (ilsoleelesueombre.com) e una pagina Facebook senza troppa convinzione”, spiega.

 

E pian piano, ecco inaspettatamente le prime richieste di aiuto: “Il primo a chiamarmi è stato il proprietario di un castello a Sulbiate che voleva restaurare una meridiana colossale a ore italiche, che indica cioè quante ore mancano al tramonto – racconta – poi hanno iniziato a chiamarmi da tutta Italia, dalla Sicilia alla Liguria all’Emilia Romagna e persino dall’estero. C’è addirittura una mia meridiana a Beirut”.

Ma come funziona la costruzione di una meridiana?

“Per me è un hobby e non la realizzo in prima persona ma mi limito a fare i calcoli e a dare tutte le istruzioni – spiega Maurizio – mi faccio mandare la posizione tramite cellulare in modo da poter avere latitudine e longitudine, poi spiego come calcolare l’orientamento della parete e con questi dati elaboro un progetto che può essere stampato a dimensioni naturali e fatto realizzare da un decoratore”.

Ed ecco nascere, grazie ai calcoli di Maurizio, veri e propri capolavori che, però, “segnano l’ora sbagliata”.
“È il commento che ricevo più di frequente perché ormai siamo abituati a regolare il tempo solo guardando l’orologio dimenticando che quella è un’ora convenzionale nata per motivi economici e commerciali mentre il nostro tempo, senza quella sovrastruttura convenzionale, sarebbe un altro – dice – ancora fino all’inizio del secolo scorso le ore erano calcolate prendendo come riferimento l’alba o il tramonto, che variavano da luogo a luogo e da stagione a stagione, e la giornata finiva con il calare del sole, non artificialmente con la mezzanotte, esattamente come succede ancora in culture ancora legate al trascorrere naturale del tempo”.

Ed è così che una meridiana si trasforma in qualcosa di più di una semplice decorazione per la facciata di una casa ricordandoci di un mondo, ormai lontano, in cui a scandire il tempo era la natura, non le lancette di un orologio.

 

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