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Moratti corregge il tiro: “Mai pensato di collegare vaccino e reddito”. Pd e M5S attaccano. Fontana: “Ricorso zona rossa depositato”

“Non ho mai pensato di declinare vaccini e reddito”.

Lo ha detto il vice presidente della Regione Lombardia e assessore al Welfare, Letizia Moratti, rispondendo in Aula consiliare a un’interrogazione a risposta immediata.

Quanto emerso ieri ha scatenato un ovvio putiferio:

Vaccino, Moratti chiede sia distribuito (anche) in base al Pil delle Regioni. Ed è subito polemica

Ha poi aggiunto Moratti: “Il Pil cui io ho fatto riferimento è un indicatore finanziario, produttivo, economico. Regione Lombardia – ha continuato – è motore d’Italia. Il rischio per questa regione è oggi quello di fermarsi per troppo tempo, di fermare il lavoro, la vita sociale e la filiera produttiva e questo penalizzerebbe tutta l’Italia. Per questo, come abbiamo già detto, Lombardia non merita di restare in zona rossa”.

Intanto il presidente regionale, Attilio Fontana, ha depositato l’annunciato ricorso al Tar contro la zona rossa lombarda:

Fontana continua la guerra alla zona rossa: “Ecco perché facciamo ricorso”. Le tabelle

Sulla polemica è intervenuta anche la parlamentare comasca del Pd, Chiara Braga: “Sono strane e pericolose associazioni quelle tra Pil e vaccini, tra la possibilità di ricevere vaccini contro il Covid-19 e la capacità di produrre ricchezza. E’ come dire che per la Moratti e il centrodestra lombardo c’è chi vale più di altri per la ricchezza che possiede e per la maggiore capacità di produrre Pil”.

La parlamentare dem considera quella di Moratti “una proposta irricevibile e indicibile. Non può essere il Pil il parametro per l’accesso ai vaccini, né a livello nazionale, né mondiale. Sarebbe come rinunciare al senso profondo del diritto alla salute, un diritto umano individuale, inviolabile; un bene pubblico essenziale e universale. Il vaccino è un bene comune, un bene di tutti, e in nessun modo può essere regolato da mere leggi interne di mercato o distribuito sulla base del Pil. Senza contare che poi, in Italia, la legge 833 del 1978 istituì il Servizio Sanitario Nazionale ancorandolo a tre principi cardine: l’universalità, l’uguaglianza e l’equità”.

“La miglior risposta istituzionale alla neo assessore Moratti – conclude la Braga – la dà il ministro della Salute Roberto Speranza: ‘Tutti hanno diritto al vaccino indipendentemente dalla ricchezza del territorio in cui vivono. In Italia la salute è un bene pubblico fondamentale garantito dalla Costituzione. Non un privilegio di chi ha di più.’ Con buona pace della Moratti e delle logiche perverse di una Regione Lombardia che non ne azzecca più una”.

Prende la parola un altro dem, il consigliere regionale Angelo Orsenigo: “Ogni giorno parlo con tante persone e raccolgo un’esigenza sempre più urgente: a un anno dall’inizio dell’emergenza sanitaria le azioni di tutela della salute devono necessariamente coesistere con la ripresa del lavoro e della scuola; con la riconquista di una prudente e cauta normalità. In questo anno terribile in Lombardia, forse più che in altri luoghi, abbiamo capito sulla nostra pelle come il diritto alla salute debba essere per tutti e non privilegio per chi ha di più. Ricordo al nuovo assessore Letizia Moratti e a Regione Lombardia che questo è un diritto garantito dalla Costituzione e che tutti hanno diritto alle cure e al vaccino anti Covid-19, indipendentemente dalla ricchezza propria e del territorio in cui vivono”.

Anche il consigliere regionale M5S, Raffaele Erba, va all’attacco: “Primo giorno, prima gaffe e primo passo indietro da parte dell’Assessore Moratti. Se il buongiorno si vede dal mattino, in Regione Lombardia iniziamo subito con il piede sbagliato. Gallera era salito agli onori di cronaca per i suoi strafalcioni tanto da divenire il bersaglio preferito della satira di Maurizio Crozza insieme al Presidente Fontana in diverse puntate del suo programma televisivo”.

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