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Nataliya: una laurea, 4 lingue, mille annunci, zero lavoro. La sua colpa? “Troppo qualificata”

Premessa assolutamente necessaria: ComoZero non ha ambizioni da agenzia di collocamento. Però ci sono storie che vale la pena di raccontare perché spiegano che, boh, alla fine la ricerca di un lavoro è tutto tranne un algoritmo perfetto. E tu puoi avere anche tutti i numeri giusti ma il risultato non è mai quello che ti aspetti.

Lei è Nataliya Teslenko, ha 38 anni, è ucraina e vive in Italia da 14, prima per pagarsi gli studi e poi per seguire il marito, napoletano trapiantato a Como.

“Sono venuta in Italia per pagarmi l’università – racconta – ho vissuto per sei anni a Napoli facendo mille lavori, dalla baby-sitter alle pulizie negli alberghi alla commessa in un mercatino dell’usato. Poi sono tornata in Ucraina”.

E qui, con una laurea in Diritto Internazionale, un impiego prima come interprete per la Camera di Commercio Italiana e poi per una casa editrice come specialista di marketing e responsabile delle relazioni estere, la vita professionale sembrava partita con il piede giusto.

Poi la decisione di tornare in Italia per sposarsi e da qui i primi problemi: “Inizialmente ho lavorato come interprete per la Procura di Milano e per un network di telecomunicazioni come direttore vendite, poi più nulla”, racconta.

Più di mille annunci di lavoro, un curriculum di tutto rispetto, un’ambizione e una voglia di mettersi in gioco quasi al di sopra della media ma niente. Il problema? “Leggo articoli in cui gli imprenditori lamentano difficoltà nel trovare personale valido a causa del basso profilo dei candidati – spiega – io ho una laurea, esperienze di lavoro, parlo italiano, inglese, russo e ucraino e ho voglia di fare eppure a me rispondono che la mia figura è troppo qualificata, o spesso non rispondono neanche. Cosa devo pensare?”

Overqualified, si dice in inglese, troppo qualificato. Roba da deprimersi, a pensarci bene. Perché, dietro quello che sembra quasi un complimento, ti stanno dicendo che su di te non si scommette perché le tue competenze, superiori alle richieste, sono viste come un ostacolo e non come una risorsa. Metti che poi ti demotivi e te ne vai? O inizi ad avanzare pretese? Così a occhio un campo di guerra in cui a cadere non è l’incapace ma chi si è dato da fare per imparare.

In bocca al lupo Nataliya, tienici aggiornati.

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2 Commenti

  1. Ragionamento dell’imprenditore medio:
    Istruito, con esperienza = mi costa troppo
    Ha più di 29 anni = non posso fargli un contratto come apprendista
    Ah, è donna = problemi
    Sposata e pure in età fertile = appena la metto in regola si fa mettere incinta, mi sta a casa e devo trovarne un’altro.
    Meglio un 19enne maschio appena uscito da scuola!
    Per poi proseguire dicendo che i giovani non hanno esperienza, non sanno cosa vogliono e non hanno la testa sulle spalle.
    L’Italia è questa, signori.

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