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Nido di via Longhena, in tanti alla seconda riunione. La mamma: “Incontro inutile. Il Comune ha ripetuto quanto già noto. Pronti a fare qualcosa”

La chiusura dell’asilo nido di via Longhena ad Albate rimane terreno di accese discussioni. Dopo una prima assemblea con i genitori dei piccoli, convocata a febbraio in un orario assurdo (qui tutti i dettagli), ieri si è svolto un secondo incontro, stabilito in questo caso da Palazzo Cernezzi ma con esiti identici, anzi con ulteriori elementi che hanno alimentato ulteriori polemiche.

La vicenda è nota: qui tutti i dettagli della decisione che porterà alla chiusura della struttura per tre anni in vista della realizzazione di un nuovo plesso scolastico con il trasferimento dei bimbi in altre strutture e la promessa di mantenere la continuità educativa.

Ma ieri non sono mancati gli argomenti di discussione come ci ha raccontato Giulia, mamma di un bimbo di Albate che da sempre, insieme ad altri genitori, si batte per garantire ai figli tutti i diritti necessari per continuare in serenità il loro percorso formativo.

“Innanzitutto fa riflettere il fatto che non ci fosse il sindaco Alessandro Rapinese ma solo l’assessore Nicoletta Roperto e la dirigente del settore Luciani – racconta la mamma – Ci aspettavamo, visto che la riunione è stata convocata dal Comune che ci si potesse confrontare con il primo cittadino che però aveva altri impegni”. All’incontro erano presenti una ventina di famiglie dei bambini e anche una trentina di residenti del quartiere tutti desiderosi di capire cosa accadrà.

“Purtroppo l’assessore si è limitato a ribadire tutto quanto era già stato detto senza prevedere aperture o altro. Inoltre ci era stato detto che c’era a disposizione il resoconto della prima riunione ma non era altro che il riassunto di quanto detto da noi senza alcun intervento o specifica del Comune. Nessun riferimento inoltre neanche al nuovo plesso. Nella prima riunione, dove non c’era pressoché nessuno, era stato fatto vedere anche il progetto del nuovo edificio ma ieri non è stato riportato. Nessuna indicazione dunque né sulla vecchia struttura né su quella nuova”.

Ciò che inoltre più preoccupa da sempre le famiglie è il fatto di poter contare sulla continuità educativa anche nell’asilo dove 16 famiglie su 18 andranno, ovvero a Rebbio. “Ci hanno detto che le nostre educatrici ci seguiranno ma ci pare difficile che tutte lo possano fare, visto anche che a Rebbio ci sono altre valide educatrici. Insomma vorremmo maggior chiarezza per essere più tranquilli. Anche perché poi l’anno prossimo ci saranno altre iscrizioni e le liste d’attesa sono sempre presenti e non si smaltiranno rapidamente”, racconta la mamma che sottolinea “l’inutilità della riunione. Hanno solo ribadito con chiarezza l’assoluta contrarietà a riaprire l’asilo nido Nuoveltta oggi chiuso (i dettagli) , che avrebbe fatto al caso nostro. Siamo scoraggiati e non escludiamo di poter far qualcosa in futuro per mantenere alta l’attenzione su questa vicenda”, chiude la mamma.

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