I giardini a lago, oggi, sono uno di quei posti capaci di accontentare tutti: di giorno sono un parco pubblico un po’ trasandato ma pur sempre in riva al #lagopiùbellodelmondo e quindi gli si perdona (quasi) tutto.
E di notte diventano un posto in cui cercare, diciamo, privacy (e anche altro, volendo) e quel brivido per cui, a volte, eviteresti anche di passare. Lo tengono in piedi il panorama e i monumenti, inutile negarlo, perché se fosse altrove sarebbe, senza tanti giri di parole, un posto orrendo. Buio, fontane spente, cespugli trasformati in bagni, giochi rovinati e sporchi, frequentazioni non proprio tra le più raccomandabil: non esattamente il biglietto da visita ideale per la città.
Ma adesso, stando alle ultime notizie, tutto sta per cambiare. La settimana scorsa, infatti, è stato presentato alla giunta e ai consiglieri di maggioranza il progetto definitivo (o quasi) che trasformerà il brutto anatroccolo in uno splendido (si spera) cigno, Soprintendenza permettendo.
E si rassegnino quelli del “basterebbe illuminare e tenere in ordine il verde” perché cambieranno molte cose: addio alla locomotiva (e all’ultimo ricordo dello scalo merci che si trovava qui) ma anche alla fontana di roccia, alle macchinine, al minigolf e, per ora, ai giochi per i bambini (ad esclusione di quelli in cemento di Luisa Parisi).
E avanti con ampie zone di prato, nuova illuminazione, un’area relax con una tanto di fontana e giochi d’acqua e una pensilina con maxipanchina lungo viale Vittorio Veneto (la pista delle macchinine elettriche, per capirci) dove troveranno posto, sembrerebbe, anche i bagni e le attività commerciali (nonostante la vista parcheggio e non lago e la presenza delle cancellate durante le partite, verrebbe da dire, ma lasciamo fare ai professionisti).
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Inizio lavori? 2019. Fine lavori? Primavera 2020. Che per i comaschi, ormai assuefatti alle lungaggini del lungolago, è come dire dopodomani. Tutto bene, quindi? Circa.
Perché ai giardini a lago, oltre al bar del minigolf (di proprietà del Comune), si trovano due spazi privati: il chiosco di viale Marconi (il cannocchiale che porta al Tempio) e il Pura Vida. Resteranno lì? Verranno riqualificati? A spese di chi? O verranno tolti e spostati nell’ “area relax”?
“Non siamo ancora stati contattati ufficialmente dal Comune per parlare del progetto – spiega Mauro Rimoldi del Pura Vida – Alla gente piace molto questo posto e non vedrei la necessità di spostarlo, anche perché facciamo anche un servizio di controllo di questa zona che mancherebbe se ci accorpassero tutti in un’unica area. Se poi ci fosse la necessità di modificare la struttura, siamo disponibili a parlarne ma per ora non sappiamo nulla”.
Meno propenso al dialogo con il Comune, sembrerebbe invece Roberto Caterisano, proprietario del chiosco di viale Marconi. “Aspetto da 12 anni il rinnovo della concessione ma nessuno mi risponde, figurarsi se mi hanno contattato per spiegarmi il nuovo progetto e dirmi che fine farò. Non mi danno garanzie per il futuro e sto pagando anno per anno senza la possibilità di pensare ad investimenti sulla struttura – racconta – e adesso secondo me tenteranno di mandarci via, rifare i locali e riassegnarli con una gara. Di certo, se vorranno fare così, dovranno pagare l’attività per il suo valore reale e non per il semplice valore dei muri se no sarebbe da andare al Tar e bloccare tutto. Staremo a vedere ma non mi fido del Comune dopo tutto quello che mi stanno facendo passare con la concessione”.
E poi c’è Emiliano Fent che da quarant’anni gestisce con la sua famiglia il bar dello storico minigolf in cui generazioni di bambini hanno tentato (invano) di chiudere in un solo colpo l’ultima buca e che ora, stando al nuovo progetto, sparirà: “Vogliono creare un parco per le famiglie e tolgono il minigolf? E’ un controsenso. Nessuno ne ha parlato con noi, è una decisione presa da chi, probabilmente, non conosce i giardini e chi li frequenta. Qui vengono i nonni con i nipotini, i centri estivi, i clienti del bar e rappresenta una grossa parte dell’incasso per questa attività che comunque, in questo momento, è in perdita. Da quando l’ambiente dei giardini è cambiato, il lavoro è diminuito moltissimo e non riusciamo più ad andare avanti. Ho già chiesto al Comune una riduzione del canone e ora scriverò un’altra lettera e chiederò anche la garanzia di avere uno dei nuovi spazi, altrimenti io a dicembre riconsegnerò le chiavi al Comune e per l’anno prossimo dovranno organizzarsi per aprirsi autonomamente i bagni in attesa di quelli nuovi”.
Al momento la questione chioschi non è stata formalmente affrontata. Il progetto deve ricevere, dopo i passaggi e le approvazioni necessarie, diventerà definitivo. Solo in quella fase (cioè prima dell’esecutivo) l’amministrazione avrà margini di manovra per effettuare eventuali correttivi o aggiunte,
Un commento
a questo punto sarebbe bello vedere il progetto…
certo che sembra esserci questa volontà di rinnovare senza considerare quello che già esiste e l’ambiente circostante, un po’ come se si fosse in una bolla – mentre l’area dei giardini dovrebbe essere pensata nelle sue connessioni con la città ed il nuovo lungolago. spero non si ragioni a compartimenti stagni, e che quindi non si vadano a realizzare, nel lungo lago, arredi e finiture che nulla hanno a che vedere con quanto ipotizzato per i giardini….