Un nuovo dormitorio, pure utile, è una soluzione parziale al problema dei senza fissa dimora. E comunque non ci sono soldi.
E’ quanto emerso chiaramente oggi in Comune a Como durante i lavori della Commissione chiamata a confrontarsi sul tema in seguito al via libera (bipartisan) alla Mozione che chiede l’istituzione di una struttura per senzatetto aperta tutto l’anno.
Presenti l’assessore ai Servizi Sociali, Angela Corengia e alla Sicurezza Elena Negretti, i consiglieri, la Rete della Grave Marginalità e le realtà cui tempo fa il sindaco Landriscina si era appellato per un’ampia partecipazione cittadina, in questo caso non tutti i soggetti chiamati sono arrivati oggi.
Gli assessori hanno ribadito, con condivisione di tutti, la premessa del sindaco circa di percorsi di reinserimento simili a quelli già portati avanti dalla Rete. Se Landriscina, anche di recente, ha rinnovato la richiesta di segnalare immobili (con almeno trenta posti e in una zona centrale della città) l’amministrazione ha comunque evidenziato come sia reale il problema dell’accoglienza diurna, vedi l’Ex Chiesa di San Francesco quotidianamente occupata, risolvibile attraverso “nuove residenzialità”.
Il Comune poi, ed è il punto centrale, ha ribadito difficoltà sul fronte delle risorse finanziarie evidenziando come l’impegno in conto capitale è già pianificato quasi totalmente per la messa a norma degli edifici scolastici mentre sul fronte della spesa corrente “bisognerebbe sottrarre risorse a altri servizi” dedicati a minori, anziani, disabili e famiglie. Quindi è stato deciso di valutare la costituzione di un soggetto no-profit che possa farsi carico del progetto e trovare i fondi. Insomma, non ci sono soldi.
Un prossimo incontro è previsto dopo le feste, in programma una sintesi delle proposte (in questo senso, tra i vari punti, è stato chiesto ai Giovani Industriali di valutare percorsi di avviamento al lavoro).
La sensazione netta è che un nuovo dormitorio sia ben lungi dall’arrivare.