Lo stadio, anche in questo rovente inizio d’estate, rimane sicuramente il tema più “caldo” in riva al lago. Dopo decine di commenti, interventi, proposte progettuali e un diluvio di polemiche tra favorevoli e contrati al nuovo impianto fronte lago – ospitati sul nostro sito e sul giornale – la città è sempre più in attesa di capire cosa accadrà dopo che la Conferenza di servizi dello scorso 27 maggio – qui il parere della Soprintendenza anticipato da questo giornale – aveva messo dei rigidi paletti all’idea di progetto presentato lo scorso 4 febbraio dallo studio Populus.
Ora arriva una dura presa di posizione da parte del Comitato Civico “Tutela della zona Stadio”, nato lo scorso 5 aprile con “con l’obiettivo di garantire il futuro della Zona dello Stadio Sinigaglia, per salvaguardare l’integrità e la funzionalità dell’equilibrio urbano della viabilità della città di Como”.
“E incredibile che non si sia in alcun modo riusciti a visionare i documenti relativi all’idea progettuale del nuovo stadio presentato a febbraio. Fortunatamente, anche se non dovrebbe essere così, abbiamo potuto leggere, seppur in parte, le osservazioni emerse durante la Conferenza e i rilievi della Soprintendenza, da dove sono emersi molti dubbi e criticità”, spiega uno dei coordinatori del comitato l’avvocato Mirella Quattrone che è ancora più dura nel sottolineare come “non è ammissibile che a un comitato civico composto da molti abitanti di questa città non sia consentito di prendere visione di documenti, di leggere atti pubblici che il sindaco ha deciso di secretare”.
Una critica pesante che porta a una inevitabile decisione di agire. “Adesso contatteremo tutti gli altri organismi, associazioni e i comitati che hanno espresso dubbi o comunque hanno chiesto di poter essere coinvolti nel percorso che porterà, forse, a un nuovo stadio. Nostra intenzione è far sedere a un tavolo tutti questi soggetti, da Legambiente al Comitato Pulesin, a chi si è messo in prima linea per capire meglio cosa sta accadendo, e decidere come poterci muovere per far rispettare un diritto sacrosanto. Lo stadio è un bene del Comune, noi siamo cittadini di Como, qui c’è un comitato civico che altro non chiede che essere coinvolto, di poter solo discutere. Magari di poter anche noi vedere il nuovo progetto alla luce delle modifiche che dovranno essere apportate”, dice ancora Mirella Quattrone.
E se anche tutto ciò si dovesse rivelarsi inutile allora “potremmo anche pensare di fare ricorso al Tar. Un ricorso contro l’impossibilità per noi di accedere ad atti pubblici negati da parte del Comune che si è dimostrato chiuso”, spiega l’avvocato Quattrone.
E la conclusione è ancor più chiara e netta. “Abbiamo diritto di capire cosa ne sarà dello stadio e dell’area a lago. Il Sinigaglia è comunale e l’intenzione è di cederlo a un privato per 99 anni: è necessario vigilare. Purtroppo, sembra che sia importante solo un fattore, ovvero che il Como giochi in serie A”. conclude l’avvocato.