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Orrore a Biella. Anzaldo svela i numeri e le parole della vergogna sul forno di Como

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Si deve al consigliere comunale della lista “Rapinese Sindaco”, Fulvio Anzaldo, la certificazione ufficiale dei numeri della vergogna per quanto riguarda il forno crematorio di Como, completamente spento dal 4 giugno 2016 (dopo anni comunque passati tra mezzo servizio, guasti e malfuzionamenti).

Per una incredibile coincidenza, infatti, esattamente nei giorni in cui a Biella – dove anche famiglie comasche si sono trovate nella necessità di fare cremare i propri defunti per l’impossibilità di farlo a Como – scattava la fase decisiva sugli orrori commessi al forno crematorio (più corpi bruciati assieme, ceneri gettate nell’immondizia, resti rinvenuti abbandonati in scatoloni e altro ancora), il consigliere presentava una lunga e dettagliatissima interrogazione sull’impianto comasco, articolata in 8 domande (le trovate dettagliate qui).

Le risposte fornite l’8 ottobre successivo dall’assessore ai Servizi Cimiteriali, Franco Pettignano, tramite i dati degli uffici, sono sconcertanti.

A partire dall’informazione che oggi mette più inquietudine di tutte, ovvero quanti siano stati fino a quella data, e a partire dal 4 giugno 2016, i comaschi cremati fuori provincia: 210 nella seconda metà del 2016, 419 nel 2017 e 284 nei primi 9 mesi del 2018. Inutile dire che senza alcun dubbio una quota di questi, è certamente finita nel forno degli orrori di Biella.

PER APPROFONDIRE: “L’orrore al forno crematorio di Biella, le ceneri dell’onta che ricadono sul Comune di Como”

Direttamente collegato anche il crollo degli introiti per il Comune, passato dai 611mila euro del 2015 ai 176mila del 2016 fino allo zero di 2017 e 2018. Con ulteriore beffa: intanto Palazzo Cernezzi ha impegnato 92mila euro per “attività di manutenzione straordinaria”, con una spesa effettiva conteggiata dal 2012 pari a 105mila euro, con il risultato di un impianto che prima andava comunque a singhiozzo e ora è fermo da quasi 18 mesi. Ma non basta.

Rispetto agli interventi in corso sul forno del Cimitero Monumentale al momento della risposta ad Anzaldo, si parlava di “collaudi in corso dei lavori conclusi relativi alla sostituzione del filtro a maniche, dei refrattari, delle arie compresse e dell’aggiornamento tecnologico software/hardware”, ma specificando che “i collaudi potranno concludersi dopo le prove a caldo per le quali è necessario sostituire l’evaporatore e le verifiche delle dichiarazioni di conformità non ancora pervenute”. Una catena senza fine, in apparenza, visto che il documento specifica ancora che “sono in corso gli affidamenti per l’intervento di sostituzione dell’evaporatore e delle attività annuali di manutenzione straordinaria e ordinaria (si stima la conclusione degli affidamenti entro il mese di ottobre)”.

Ma il passaggio cruciale è quello che chiude la risposta al quesito numero 6 di Anzaldo: “Dopo numerosi confronti, si sta concludendo la predisposizione della domanda e di tutti i relativi allegati per la nuova autorizzazione alle emissioni in atmosfera (da inoltrare all’Amministrazione provinciale si stima entro il 15 ottobre), il cui procedimento è stimato in 120 giorni”. Altri 4 mesi, insomma.

Poi si arriva alla domanda numero 8. Che suona tragica, letta ora: “Ad oggi – rispondono Pettignano e gli uffici ad Anzaldo – non è in corso alcuna progettazione relativa a una nuova realizzazione, sono tuttavia in corso alcune valutazioni in tal senso, che restano per il momento solo delle ipotesi e che non hanno ancora nulla di concreto”. Il riferimento era, probabilmente, all’idea di un nuovo impianto da costruire al cimitero di Camerlata.

Inevitabilmente durissima la valutazione complessiva del consigliere comunale sul quadro generale.

“I cittadini comaschi sono costretti a tollerare che il proprio caro vaghi fuori città senza sapere come, quando e, in alcuni casi, addirittura se (stando a quanto si è recentemente appreso) verrà tumulato – afferma Fulvio Anzaldo – Oltre all’evidente disservizio, il Comune sta perdendo notevoli introiti, e ancora non si vede la fine di questo calvario. Prima ancora di pensare ai grandi eventi (tipo Giro d’Italia), l’amministrazione dovrebbe soddisfare le esigenze primarie della città, tra cui il forno crematorio, in merito al quale, dopo quasi un anno e mezzo di governo, nulla è ancora stato fatto di concreto”.

AGGIORNAMENTO:
L’orrore del forno crematorio, NewsBiella e ComoZero uniti per la class action (e per le nostre mamme). Ecco come fare

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