Sul binario parallelo pubblico-privato, che sovente a Como porta a destinazioni finali molto diverse, un caso forse piccolo ma eclatante viene dal destino di due ostelli: quello “Bello”, tra centro storico e giardini a lago, e quello “brutto”, nel compendio di Villa Olmo. Il primo, dopo i mesi difficili delle chiusure e della pandemia, in fase di rilancio e ritorno ai fasti di un paio d’anni fa; il secondo, comunale, ancora malinconicamente vuoto e vittima di un degrado che avanza.
Ostello bello
Una grande stagione per l’Ostello Bello Lake Como di viale Fratelli Rosselli, una realtà che ormai è diventata un punto di riferimento non solo per i comaschi ma soprattutto per i turisti che amano ristrutture ricettive ad alto tasso di convivialità.
“Malgrado qualche fatica in più per mettere in atto i protocolli anti Covid è stata una bella stagione in cui siamo tornati alla bellezza e alla normalità – racconta Jacopo Minucci, responsabile della sede comasca – C’è tanta voglia di venire nella nostra città e noi offriamo un tipo di accoglienza diverso da un albergo o un B&B”. Parola d’ordine interazione.
“Negli anni è cambiato il concetto di ostello, non è più solo della gioventù, ci rapportiamo con un target più ampio – aggiunge Jacopo – Come non è più solo low cost, offriamo servizi da 3 stelle lusso. Alla base però chi sceglie la nostra offerta è perché desidera fare un’esperienza diversa basata sulla convivialità e gli eventi musicali e culturali che proponiamo ogni sera”.
Ostello brutto
C’è un altro meraviglioso ostello in città che non desidera altro che ricominciare ad ospitare i viaggiatori.
E’ l’ostello di Villa Olmo, di proprietà comunale, che dopo lunghe peripezie è stato dato in gestione tramite bando a una società milanese, la New Generation Hostel Impresa sociale srl. Nove anni di gestione per un canone ogni dodici mesi di 31.200 euro.
Era il novembre 2019, a oggi è ancora tutto fermo. A due anni di distanza la struttura è ancora vuota, nelle stesse condizioni. L’assessore al Patrimonio Francesco Pettignano diede l’ultimo aggiornamento in Consiglio comunale a marzo: “La ditta l’8 gennaio 2021 ha depositato la segnalazione certificata di inizio attività per manutenzione straordinaria e adeguamento normativo. Il settore Pianificazione del Comune, il 15 gennaio 2021, ha risposto comunicando l’inefficacia della Scia”.
Gli uffici hanno segnalato le prescrizioni per le autorizzazioni e l’azienda si è mossa per presentare la documentazione. Risultato? Contattato, l’assessore ha comunicato che prima di dare qualsiasi aggiornamento avrebbe dovuto confrontarsi con gli uffici.
3 Commenti
Più che “allo scandalo!1!1” serve qualcuno che lo prenda in gestione e lo faccia ripartire. Senza di questi non c’è classe politica che tenga..
La classe politica che governa Como è nel limbo da oltre trent’anni e si vede.
Qualche “Brutters” a caccia di ostelli?