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Tra palchi e Rai: Paolo, la voce comasca della Regina Elisabetta, Bono Vox e i Pink Floyd

Quando chiediamo a Paolo Maria Noseda di descrivere il suo lavoro, il paragone che ne risulta è con la psicologia o, addirittura, con la psichiatria: “Quando traduco devo capire come funziona non solo la lingua delle persone ma anche la loro testa. Ho a che fare con tanti cervelli e cuori diversi e ho la responsabilità di presentare il loro messaggio in una maniera chiara e razionale”.

Originario del lago e cresciuto a Como, di Paolo è difficile conoscere il volto. Inconfondibile è invece la voce gentile che da 41 anni presta, in quanto interprete simultaneo, a volti del cinema, scrittori, artisti e personaggi internazionali tra conferenze, eventi pubblici e programmi tv, primo tra tutti “Che tempo che fa”, celebre format Rai condotto da Fabio Fazio, per cui Paolo lavora da ben 17 anni.

“Ho cominciato molto presto – racconta, ricordando le origini della sua vocazione – credevo di voler fare il medico ma quando ho scoperto di non avere tutto quel coraggio, le lingue e l’interpretariato sono diventati la mia strada, prima con la Comunità Europea e poi con grandi aziende come Ibm o Apple. Lì i traduttori come me hanno dovuto inventarsi un linguaggio tutto nuovo che accompagnasse la diffusione dell’informatica e delle nuove tecnologie in Italia”.

Le abilità di Paolo, nato a Gravedona e cresciuto a Como dove ha frequentato il liceo Gallio, sono state poi impiegate nel mondo dello spettacolo e della cultura internazionale.

Le celebrità che hanno potuto parlare attraverso la sua voce rientrano in una lunghissima lista: “Ho tradotto per Madonna quando era in visita sul lago di Como da Gianni Versace. Ho tradotto per Al Pacino, Martin Scorsese, Francis Ford Coppola e la figlia Sofia. Ho lavorato con i Pink Floyd, Alain Delon, Catherine Deneuve. Ho lavorato anche per Elisabetta II d’Inghilterra o scrittori come Ken Follet o Martin Cruz Smith che mi ha trasformato in un personaggio di una sua spy-story”.

Paolo parla inglese, francesce, spagnolo e tedesco ma fare l’interprete richiede molto di più di una semplice padronanza di un idioma. “Ho studiato anche arabo e cinese, oltre che recitazione e lettura labiale – racconta Paolo – oggigiorno l’inglese è ormai una sorta di Esperanto “contaminato” dalla lingua d’origine di cui devi avere dei rudimenti per evitare cattive interpretazioni”.

La lunga carriera di Paolo ha permesso all’interprete di stringere intensi rapporti di amicizia con le persone con cui si è trovato a lavorare.

“Non dimenticherò mai Susan Sontag. Ci siamo visti l’ultima volta a New York, in ospedale, dove stava combattendo il secondo cancro e cercava di finire il suo libro – racconta – al rientro in Italia, in aeroporto, ho ricevuto una telefonata dalla figlia. Susan era morta”.

Dopo moltissimi anni di collaborazione, Paolo ha stretto un fortissimo legame anche con lo scrittore israeliano David Grossman che ha accompagnato in questo giorni a Torino, per la rassegna “Aspettando il Salone”, anticipazione del Salone del Libro.

“E’ un lavoro estremamente particolare e delicato. Passi da un consiglio di amministrazione in cui stai traducendo per la chiusura di un contratto a lavorare con Naomi Campbell. Puoi rimanere spaesato, tra jet privati e riflettori. Un professionista però si distingue perché realizza che le luci della ribalta sono per le persone che accompagni. Tu sei solo una voce e una presenza leggera che sussurra all’orecchio di artisti e presidenti”.

Paolo vive a Milano ma torna spesso per lavoro a Como, dove collabora con Moncler, per citare un nome celebre del territorio.

Quando parla di Como, però, Paolo non presta la voce a nessuno e le opinioni sono nette. “Mi ritengo immensamente privilegiato a fare questo lavoro. Mi ha permesso di viaggiare ed avere una mente libera. Ma quando torno a Como la trovo spenta rispetto al fermento degli anni ‘70. Vorrei rivedere più coscienza civica e più solidarietà, in una città ricca che paradossalmente ha dei portici colmi di senzatetto”.

L’articolo che avete appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem.

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