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Parcheggio stazione unica di Camerlata a pagamento. Il lettore: “Sì, se organizzato bene. Bus, app, alternative all’auto, ecco cosa serve”

Solo ieri, 11 ottobre, davamo conto della novità: Il parcheggio della stazione unica di Camerlata passerà a pagamento. Le ipotesi sulle tariffe. Sul tema, con una lunga e garbata mail, riceviamo il contributo di un lettore (che, peraltro, ha inoltrato la stessa missiva al sindaco di Como, Alessandro Rapinese, e alla giunta). Il senso di un’analisi molto articolata, dove vengono anche proposti paralleli con la situazione in Svizzera, e in particolare con la cittadina di Brugg, si può riassumere estrapolando le prime righe dell’intervento: “Non disapprovo tale scelta, ma a determinate condizioni e purché si ammetta anche che questo intervento da solo non può risolvere il problema.  Il parcheggio a pagamento va bene se organizzato bene. Quindi sarebbe il caso di cominciare a non ripetere gli errori fatti da qualche amministrazione fa per il parcheggio che fu rimediato nei pressi della vecchia stazione di Albate-Camerlata”.

Nel complesso il contributo offre diversi spunti di riflessione che certo possono aiutare il dibattito politico, amministrativo e pubblico. Ecco il testo completo:

Ho letto che il Sig. Sindaco ha deciso di mettere a pagamento il parcheggio della nuova stazione unica di Camerlata per rimediare al fatto che sia già pieno di auto. Non disapprovo tale scelta, ma a determinate condizioni e purché si ammetta anche che questo intervento da solo non può risolvere il problema.  Il parcheggio a pagamento va bene se organizzato bene. Quindi sarebbe il caso di cominciare a non ripetere gli errori fatti da qualche amministrazione fa per il parcheggio che fu rimediato nei pressi della vecchia stazione di Albate-Camerlata, in particolare:

– sia possibile pagare con carta di credito e app, e non soltanto con la monetina da trovare ogni mattina;

– siano previsti abbonamenti e biglietti multi-giornalieri per chi fa viaggi più lunghi del normale pendolare e lascia l’auto più di un giorno.

Ad ogni modo credo che la causa principale del fatto che il parcheggio sia pieno sia la mancanza di alternative valide all’uso dell’auto, che nella mia limitata prospettiva sono principalmente scooter, biciclette e mezzi pubblici.  Mentre per gli scooter ho visto una serie di posti disponibili, stiamo aspettando una soluzione per le bici. Nei mesi scorsi ho evidenziato come il progetto originale ne prevedesse un numero troppo esiguo (solo 32, ben 8.4 auto per ogni bici!), che bisognerebbe avere più posti, sistemi efficaci e moderni per massimizzare il numero di bici parcheggiabili, aree coperte e sicure con controllo accessi per la sicurezza di bici elettriche o costose, etc. Ho ricevuto dei feedback positivi dalla nuova amministrazione comunale e spero si stia procedendo alla ricerca della migliore soluzione.

Un altro modo efficace per limitare le auto è offrire la possibilità di accedere alla stazione usando i mezzi pubblici, che a Como significa solo autobus, e su questo siamo messi piuttosto male.
Non vorrei essere troppo pedante, ma non riesco a non fare confronti con la Svizzera. Lavoro a Zurigo ed ho un appartamento a Brugg, cittadina di soli 11mila abitanti, alla cui stazione, arrivando in treno, si trova nel piazzale un numero di autobus inimmaginabile da noi (pochi giorni fa ne ho contati addirittura otto), che attendono i viaggiatori in arrivo in treno per portarli in tutte le direzioni del circondario. Quanti autobus si trovano arrivando a Camerlata? Nella mia esperienza nessuno, e bisogna sempre attendere parecchio per l’unica linea, la 6, che passa dal nuovo parcheggio. Non solo, succede anche che il bus che passa nel parcheggio, anche in vista dei tanti passeggeri evidentemente appena scesi dal treno che si dirigono nel piazzale, parta senza neppure degnarsi di attendere trenta secondi se qualcuno avesse bisogno di lui! Cosa insegnano agli autisti di ASF? A prendersi beffe della gente anziché servirla? Episodi come questi, ad esempio partenze in anticipo degli autobus (l’anticipo è molto peggio del ritardo), mi vengono riferiti spesso anche da mia moglie e dai miei figli. E nulla è cambiato da quarant’anni e oltre che uso le ferrovie: quando arrivi a Camerlata il bus è sempre appena passato, spesso sotto il tuo naso, e attendi minimo mezz’ora per il prossimo.

A questi problemi non c’è una soluzione semplice, ma ci dev’essere un progetto e una programmazione accurata per risolverli nel medio-lungo periodo. Io credo che serva una revisione profonda del sistema di trasporto pubblico su gomma, affrontando i punti seguenti.

1. Le linee degli autobus devono servire i punti più importanti della città e le stazioni sono tra questi. Dovrebbero esistere più linee che servano ogni stazione per un interscambio efficace gomma-ferro, collegando le stazioni a raggiera col circondario e tra loro.

 2. Le linee dei bus sono troppo lunghe, producendo gravi ritardi. Ma quante persone prendono la linea 1 da San Fermo a Ponte Chiasso? E quanti ritardi affliggono l’altrettanto lunga linea 6, che passa dalla stazione unica? Non sarebbe il caso di dividerle, rivederle? Corse più corte permettono di recuperare più facilmente i ritardi nelle soste ai capolinea.
 3. Si dovrebbe rivedere l’intera struttura delle linee, magari aggiungendone di nuove. Ad esempio, non sarebbe utile una linea che parta da San Fermo, passi per l’Ospedale, per le Stazioni di Grandate e Camerlata ed arrivasse a Como San Giovanni?

Ovviamente rimando a chi è più esperto di me in logistica e trasporti, ma è evidente che si dovrebbe intervenire in maniera strutturale. Se vogliano davvero ridurre traffico e parcheggi pieni non si deve pensare solo ai parcheggi, come se non potessimo fare a meno dalle auto.

Grazie, cordiali saluti,

Giancarlo Stasi
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