Ecco una nota diffusa in questi minuti da Como Senza Frontiere, la pubblichiamo integralmente:
Perché il Comune di Como lascia sola la città gemella di Nablus?
Questa la domanda, argomentata sul volantino che è stato distribuito al mercato di Como il 12 giugno mattina da una ventina di attivisti di Como senza frontiere tutti con la kefiah o la bandiera palestinese simbolo dell’orrore per il genocidio in corso a Gaza e in Cisgiordania. La risposta delle tantissime persone che hanno ricevuto il documento che conteneva anche il testo Oltre ogni limite – La Palestina e la fine dell’umanità è stata di comprensione della gravità della situazione e di consapevolezza che l’indifferenza rende corresponsabili dei crimini terribili che il governo di Israele, con l’appoggio di tanti altri governi, compreso quello italiano, sta commetendo. La presenza di Csf si ripeterà con nei prossimi giorni.
Perché Como lascia sola la città gemella di Nablus? La città di Como è gemellata con la città palestinese di Nablus. Questo gemellaggio è stato avviato nel 1998 con lo scopo di promuovere amicizia, conoscenza e dialogo attraverso iniziative comuni nei settori culturale, sociale, educativo, turistico e sportivo.
Oltre ogni limite – La Palestina e la fine dell’umanità
In questi giorni, in questi mesi, in questi anni si sta consumando una vera e propria apocalisse, a poca distanza dalle nostre vite privilegiate, a fronte di una diffusa indifferenza, tanto più evidente ed esibita man mano che si salgono i livelli delle responsabilità politiche e governative. La distruzione del popolo palestinese, delle sue aspirazioni e dei suoi diritti non è forse la più ingente tragedia della contemporaneità in termini numerici (le guerre dimenticate in Africa e in Asia assommano centinaia di migliaia di morti, dal Sudan al Myammar), ma certo è quella che più di altre indica il totale disinteresse per le conseguenze delle peggiori politiche di dominio da parte del mondo occidentale.
La città di Como è gemellata con la città palestinese di Nablus. Questo gemellaggio è stato avviato nel 1998 con lo scopo di promuovere amicizia, conoscenza e dialogo attraverso iniziative comuni nei settori culturale, sociale, educativo, turistico e sportivo.
Nelle vicende del popolo palestinese – che certo non sono iniziate il 7 ottobre 2023 – si evidenziano gli esiti delle pratiche colonialiste, delle logiche militari più spinte, del disprezzo per tutte le regole del diritto internazionale (umanitario, di pace, di guerra). Alle decine di migliaia di morti si aggiunge il consapevole azzeramento di tutte le strutture indispensabili per la sopravvivenza della popolazione civile (dagli ospedali ai laboratori per la panificazione, dalle abitazioni alle istituzioni culturali); le scelte dello stato di Israele costringono un intero popolo, nella Striscia di Gaza, ma anche nella Cisgiordania occupata, a una stentata sopravvivenza, quando non a una morte certa.
Ormai è vietato anche portare aiuti: si impedisce sia la distribuzione di cibo, medicinali e altri generi di sussistenza da parte delle agenzie internazionali, sia il singolo intervento umanitario, che l’esercito israeliano stronca anche negli spazi internazionali, come il mare aperto.
Il blocco dell’imbarcazione della Freedom Flotilla e l’arresto delle persone a bordo è solo il simbolo della totale degenerazione della situazione; il silenzio dei governi del mondo occidentale è il segno della cieca complicità nei confronti del genocidio che pure si sta perpetrando sotto gli occhi di tutti. È la fine dell’umanità che non si può sopportare, a meno che non vogliamo risultarne complici anche noi. Ci appelliamo a tutte le istanze civili, politiche e religiose: Fermiamo il massacro! Interrompiamo la catena di morte e devastazione!
Difendiamo i diritti del popolo palestinese!
Restiamo umani!
Como senza frontiere
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