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Pigra, solitaria e sospesa: tra quiete e illusioni d’estate, le viuzze sognano le voci dei bambini

L’ermo colle di Pigra, una battaglia contro le insidie del tempo.

La parafrasi del primo, celeberrimo verso dell’Infinito di Leopardi, sembra pure una descrizione perfetta per Pigra, 200 abitanti appostati le montagne della Val D’Intelvi. Un fazzoletto tra cielo e prati a cui si può arrivare anche sospesi per un filo sottile: la funivia mozzafiato che parte da Argegno e resta appesa per qualche minuto lungo 600 metri di panoramico dislivello.

Paradiso sì, ma – come tutto – non troppo: la migrazione di molti residenti verso centri urbani più grandi e vivaci è un dato di fatto. Eppure la piccola comunità non si arrende.

“Non c’è domani senza essersi guardati alle spalle, è importante non dimenticare il passato”, ricorda Elio Ceschina, presidente della gloriosa Società Operaia, fondata nel 1877 e promotrice ancora oggi di numerose attività socio-culturali, preservando il patrimonio storico di un paese che nel 1918 contava più di 600 abitanti.

Oggi, in tutto, sono poco più di 200. Diciamo che, di questi tempi, il rischio di assembramenti è minimo.

La vita fluttua quieta e pacifica in autunno e in inverno, ma diventa decisamente più frenetica e vivace durante l’estate con centinaia di villeggianti che ripopolano le strade.

“La posizione di Pigra è splendida – commenta orgoglioso il sindaco, Giovanni Balabio – L’atmosfera che si respira è un invito a tutti i turisti”.

Paesaggi e panorami sono assi nella manica e infatti negli ultimi anni alcune piccole associazioni locali hanno lavorato molto per un turismo green e amante delle escursioni.

A parte gli abbracci estivi dei forestieri, però, il tema dei sempre meno residenti fa capolino in ogni discorso.

“Un vero peccato – sottolinea Balabio – Se ci fossero più servizi, le opportunità e i mezzi di trasporto adatti, vivere in un paese come questo significherebbe essere in vacanza tutto l’anno”.

Tasto dolente – funivia poetica a parte – quello dei collegamenti. La macchina, soprattutto se si lavora fuori paese, è una necessità quasi tassativa.

Il futuro, però, potrebbe riservare un irrobustimento di Pigra la piccola.

“Una possibilità per il nostro paese potrebbe essere una fusione con altri Comuni”, rilancia Claudio Romanò, già sindaco e vicesindaco tra 2006 e 2016. Gli esempi, d’altronde, sono appena oltre i boschi: la Val d’Intelvi – con la nascita per aggregazione di Centro Valle e Alta Valle – ha già mosso passi importanti su quei sentieri.

I passi, invece, nel centro del borgo, tra le stradine strette e acciottolate, rimbombano nel silenzio di Pigra la pigra e solitaria. La voce del Ceschina sa di verità un po’ amara: “Oggi qui mancano i giovani e i bambini”.

Che è un po’ come dire che manca un pezzetto di futuro. Basterà, questo piccolo brivido, a risvegliare le passioni di Pigra, così graziosa e così sola?

TESTO E IMMAGINI DI THOMAS USAN

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