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Polvere di sport: fasti, sfascio e storie del palazzetto di Muggiò

“Finalmente potevamo avere il tifo del pubblico sugli spalti. Una comunità con un unico grande cuore che batteva per lo sport. C’erano il nostro sudore, gli allenamenti, le sfuriate e le risate negli spogliatoi, le sfide perse e quelle vinte. Un’ondata di realtà sportive diverse. Quante cose può contenere un palazzetto sportivo”. Parola di atleti con il cuore spezzato.

GLI ESTERNI, OGGI – GALLERY SFOGLIA (FOTO POZZONI)

Inaugurato nel 1972, il palazzetto di Muggiò riposa sconfitto dal 2013, anno della sua chiusura. Eppure, tra i meandri abbandonati della struttura, si sente ancora l’eco delle emozioni che conserva.
“Ero presente alla giornata di apertura – racconta Antonio Pini, 71 anni, presidente del comitato provinciale di Como della Federazione Italiana Pallacanestro – all’epoca ero un arbitro della Federazione. Fu un bel momento per lo sport comasco. Negli anni – continua – ho visto tanti atleti. Ricordo una giovanissima e già bravissima Viviana Ballabio nelle giovanili del Basket Carugo”.

Antonio Pini

La struttura aveva due palestre collegate da un corridoio e disponeva di spogliatoi e uffici. La sua posizione strategica e l’abbondanza di parcheggi lo rendevano il luogo ideale non solo per le gare ma anche per gli allenamenti settimanali. Un centro attrezzato che accoglieva molte società e attività sportive tra cui basket e pallavolo.

Renata Soliani

“Ho ricordi intensi di quel periodo – commenta sorridente Renata Soliani, 68 anni, membro delle Commissioni giovani, scuola, educazione, disabilità e comunicazione del Panathlon – giocavo come opposto nella Pallavolo Briantea. Gli sport di squadra vivono lo spirito di gruppo con grande partecipazione. Essere calati poi – prosegue – in una realtà che riuniva discipline sportive differenti è stato un grande arricchimento”. “E poi il pubblico. Per la prima volta – continua – avevamo uno spazio abbastanza grande da contenerlo e uno sportivo sa quanto la sua presenza sia determinante”.

IL DEGRADO DEGLI INTERNI, GALLERY-SFOGLIA/1

IL DEGRADO DEGLI INTERNI, GALLERY-SFOGLIA/2

E mentre molti sportivi sfidavano le loro capacità nella palestra più grande, in quella più piccola, al di là del corridoio, si riunivano gli atleti di lotta olimpica. “La lotta è uno degli sport più antichi al mondo – racconta con entusiasmo Maurizio Casarola, 54 anni, giornalista, tecnico federale e maestro del club di atletica pesante di Como – è un istinto naturale. Ho vissuto il palazzetto come atleta e tecnico vedendo crescere tanti talenti”.
Poi nel 2013 la chiusura.

Maurizio Casarola

“Fino all’ultimo noi lottatori abbiamo resistito – ride Casarola – perché resistere è la nostra specialità. Il fatto che una città come Como sia sprovvista di un palazzetto sportivo è inammissibile”.
La casa dello sport comasco giace ora in uno stato di totale abbandono.
“Ogni volta che passo davanti – racconta Soliani – mi si stringe il cuore. La mancanza si sente”.

ANTICHI FASTI, GALLERY-SFOGLIA

“I costi erano considerevoli – commenta Pini – e per quanto il Comune di Como cercasse sempre e generosamente di coprire buona parte delle spese a un certo punto la situazione si era fatta davvero insostenibile. Il vecchio palazzetto – continua – andrebbe ricostruito con impianti a norma e con una visione oculata che tenga conto dei costi di gestione. L’idea di una struttura capace di accogliere i grandi eventi sportivi – conclude – mi entusiasma. Un’ipotesi alternativa potrebbe essere quella di disporre di strutture più piccole e specifiche per ogni disciplina, con costi complessivi più sostenibili. Il mio sogno? Avere entrambi!”.

Como il centro sportivo di Muggiò

Nuovo impianto: soldi ok Ma serviranno 4 anni

I soldi per costruire il nuovo palazzetto dello sport di Muggiò sulle ceneri del mostro cadente, in realtà, ci sono: vanno solo pescati dai 14 milioni formati da 7 concessi al Comune dalla Regione tramite bando e altrettanti messi da Palazzo Cernezzi. Ma per passare dal gruzzolo agli atleti in campo e agli spettatori sugli spalti serviranno praticamente 4 anni ancora. Il punto è stato recentemente fatto dall’assessore alle Opere pubbliche, Vincenzo Bella, e dal dirigente del settore, Andrea Pozzi.
La base di partenza resta il progetto preliminare approvato nel maggio 2017 dalla giunta Lucini che prevedeva un impianto polifuzionale per circa 1.000 spettatori, con due palestre utilizzabili per basket, pallavolo, ginnastica e altre discipline. Il tutto in un tempo stimato tra posa della prima pietra e taglio del nasto in 1.090 giorni complessivi.

Nel mezzo, però, le tappe di massima prevedono: progettazione nel 2019, affidamento dei lavori entro l’anno 2020, inizio del cantiere nel 2021 e conclusione nel 2022. Naturalmente, cronoprogramma valido soltanto escludendo intoppi e imprevisti. Il che, con la necessità anche di bonificare il terreno, è la versione davvero più ottimistica possibile.

Il pezzo che avete appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem.

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