“Noi domani saremo qui. Non siamo persone da buttar via perché vecchie, noi siamo persone vive e vogliamo rimanere vive”. Non arretra di un millimetro il presidente della Bocciofila di via Balestra, Renato Fumagalli (qui le cronache di questi giorni sulla vicenda).
E, come annunciato, oggi ha riunito i frequentatori della storica attività nel pieno centro di Como – assieme ad appassionati e altri sostenitori – per ribadire il no allo sfratto imposto dal sindaco Alessandro Rapinese a partire dal 1° settembre (come accaduto anche per le vicine Associazioni d’Arma).
Una mobilitazione, quella dei soci dell’associazione, che punta non soltanto a difendere l’attività sportiva, a oggi senza un’alternativa pronta in città, ma anche a preservare un luogo di socialità e aggregazione attivo dal 1948 che ora è destinato a chiudere i battenti.
Lo sfratto è stato però giustificato dal Comune di Como con la necessità di usare gli spazi occupati dalla bocciofila per il cantieri che toccheranno l’ex Chiesa delle Orfanelle (dove è prevista la mostra delle monete d’oro di epoca romana) e il Museo Giovio.
Presente una sessantina di persone al presidio e tra l’altro è arrivato un sostegno trasversale di diversi consiglieri comunali: da Patrizia Lissi del Pd – tra le prime a sostenere le ragioni della Bocciofila – a Vittorio Nessi di Svolta Civica passando per Lorenzo Cantaluppi di Fratelli d’Italia e Fabio Aleotti dei Cinque Stelle (a Palazzo Cernezzi fino al giugno 2022).
Da sottolineare la solidarietà portata anche da Pia Pullici di Thais oltre che da presidente e vicepresidente della Cooperativa Colisseum, Gabriele Romanò e Franco Campanella. “Siamo anche noi sfollati – hanno detto con ironia, riferendosi al caso della piscina di via Del Dos che li ha visti protagonisti loro malgrado – Siamo già passati da un’esperienza simile, ci sembrava giusto portare la nostra solidarietà”.
Come anticipato, più che combattivo il presidente della Bocciofila Renato Fumagalli: “Domani noi saremo ancora qui – ha rilanciato a dispetto dello sfratto incombente – E’ vero che la struttura non è a norma, ma è comunale e dunque chi doveva pensarci? Se come pare le associazioni d’arma andranno dal prefetto, ci uniremo a loro. Il sindaco? Ci abbiamo parlato anche oggi ma non abbiamo capito cosa intende fare”. E domani? “Domani saremo qui, a quel punto il sindaco può mandare le forze dell’ordine, ma non credo lo farà. Probabilmente manderà l’Ufficio tecnico che dichiarerà non agibile la struttura che ospita i campi, e a quel punto…non lo so”.
LA MANIFESTAZIONE DI OGGI NELLA GALLERY SFOGLIABILE CON LE FRECCE LATERALI
5 Commenti
Gli iscritti alla Bocciofila di via Balestra a Como non ci hanno fatto una bella figura con questa manifestazione e ancora peggio alcuni personaggi della politica di sinistra che nel passato predicava altro.
Ma perchè non parliamo del fatto che stiano occupando abusivamente da anni uno stabile pubblico?
Forse a Como abbiamo un bel problema con i circoli sportivi: Como Nuoto, Canottieri, Yacht Club, Combattenti e Reduci,… il prossimo?
Forse sarebbe ora di immaginarsi una nuova visione di città, di elaborare un progetto, un disegno, un’idea e capire cosa vogliamo farne di tutti questi posti.
Certo è che non possono essere lasciati allo sbando o alla gestione dei soliti, si tratta pur sempre di beni pubblici. Riusciremo mai ad avere delle gare pubbliche veramente aperte alla concorrenza e al mercato che mettano al centro i servizi per i cittadini? Chissà…
Se loro occupano abusivamente, il Comune che da loro riscuote il canone d’affitto, da oltre 4 anni, lo fa altrettanto abusivamente? COMUNE ABUSIVO! 😉
solidarietà a chi si difende dallo sceriffo di Nottingham ( nuova denominazione di como).
caro sceriffo mano alla Colt (45)
È paradossale che il Cardinale Cantoni definisca la solitudine una delle grandi piaghe della società contemporanea e, contestualmente, si elimini un luogo di aggregazione come la storica Associazione dei combattenti e dei reduci. Perché poi? Per esporre qualche decina di monete? Non bastava uno spazio all’interno del Museo Giovio una volta ristrutturato? Oppure, cosa forse a questo punto più probabile, per consentire un’ulteriore appropriazione della “Como da visitare” o addirittura della “Como da bere” nei confronti della “Como da vivere”? C’è chi pensa che una città sia fatta di negozi, bar, alberghi, club esclusivi, attori americani in vacanza, edifici ed opere d’arte. Non è così. Una città è fatta di cittadini, delle loro abitudini, dei loro spazi, delle loro amicizie, delle loro passioni. Perché metterli sempre in secondo piano?