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Lombardia, maxi corteo per dire ‘no’ alla nuova autostrada sabato 4 ottobre. Aderisce anche il sindaco

Sebbene l’Autostrada Pedemontana A36 non incida direttamente sul territorio di Monza (con impatti molto più significativi in Brianza), la protesta contro l’infrastruttura approderà nel capoluogo. Domani, sabato 4 ottobre 2025, una vasta e trasversale manifestazione riunirà comitati, associazioni, liste civiche e forze politiche per un sonoro NO alla Pedemontana nel suo attuale progetto.

La mobilitazione, attesa in massa, raccoglie un fronte unito dalla convinzione che quest’opera, concepita oltre trent’anni fa, sia destinata a un fallimento economico e ambientale.

Orario e luogo della manifestazione

L’appuntamento per la maxi protesta è fissato per le ore 15 di domani, sabato, presso i giardini del piazzale antistante la stazione di Monza, in via Enrico Arosio.

A promuovere l’iniziativa sono oltre 150 comitati e associazioni, tra cui spiccano nomi chiave come «Ferma Ecomostro D-Breve», «Comitato per la Difesa del Territorio», «Suolo Libero» e «No Pedemontana». La mobilitazione contro i costi esorbitanti e l’impatto su territori e residenti si preannuncia ampia, coinvolgendo 15 Comuni e realtà che coprono l’intera Brianza.

Tra i partecipanti più noti, si annoverano comitati di quartiere (Sant’Albino, San Fruttuoso), gruppi di mobilità (Fiab Monza in bici), associazioni ambientaliste di rilievo nazionale (Legambiente, Fridays for Future, Greenpeace, WWF, LAV) e realtà sociali e culturali (Arci Scuotivento, Anpi, Desbri, Libera, cooperative e gruppi studenteschi).

L’adesione istituzionale: il Comune di Monza in piazza

A fianco dei comitati, scenderanno in piazza anche rappresentanze politiche e istituzionali. Hanno già confermato la loro adesione il Partito Democratico, Sinistra Italiana, Alleanza Verdi e Sinistra, Movimento 5 Stelle, Patto Civico Lombardia e diverse liste civiche brianzole.

Un dettaglio politico di grande rilievo è l’adesione dell’Amministrazione Comunale di Monza, con la partecipazione di alcuni assessori della Giunta Pilotto. L’Amministrazione condivide “alcune delle preoccupazioni espresse dai manifestanti in materia di mobilità e ambiente“, come ha confermato la Giunta stessa, la quale ha avuto interlocuzioni con i vertici di Società Pedemontana per valutare le conseguenze sul capoluogo.

Il sindaco di Monza, Paolo Pilotto, ha espresso particolare preoccupazione per gli scenari di traffico: “I dati di altre grandi infrastrutture come Brebemi e Tangenziale Est Esterna indicano che dove le politiche tariffarie scoraggiano il traffico pendolare, questo finisce per riversarsi nel reticolo delle strade adiacenti: è opportuno lavorare insieme fin d’ora perché questi scenari non si ripetano anche in Brianza”. A fronte di queste perplessità, il Comune di Monza ha già inviato suggerimenti specifici alla Provincia di Monza e Brianza (Mb) in merito alla variante in corso del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (Ptcp) nel febbraio 2025.

Perché il No alla Pedemontana: “Sperpero, pedaggi e consumo di suolo”

Lo slogan della mobilitazione è “Fermare Pedemontana. Riprogettiamo insieme una nuova Brianza“. Gli organizzatori denunciano che l’autostrada, con un costo complessivo stimato in oltre 5 miliardi di euro, è un “immotivato sperpero di risorse pubbliche”.

Le ragioni del NO sono principalmente tre:

  1. Costi Utente Insostenibili: I pedaggi previsti arriverebbero fino a 20 euro al giorno da Lentate ad Agrate, con cinque euro solo per la tratta Cesano Maderno-Vimercate. Una spesa “enorme” per i pendolari.
  2. Inefficacia sulla Mobilità: Secondo i promotori, l’opera “non risolverebbe i problemi di mobilità della Provincia”.
  3. Danno Ambientale Irreparabile: L’autostrada “distruggerebbe l’ultimo corridoio verde del territorio”, cancellando ecosistemi preziosi in un’area già densamente urbanizzata.

Le aree critiche messe nel mirino includono la perdita di un milione di metri quadrati di verde nel Parco GruBria, il rischio di compromettere aree di pregio tra Lesmo, Camparada, Arcore e Usmate, la cancellazione dei boschi nei Colli Briantei e il taglio del Parco Agricolo Nord Est, risorsa naturalistica vitale del Vimercatese. Nel mirino delle proteste c’è soprattutto la Tratta D-Breve (Vimercatese) e i cantieri già aperti delle tratte B2 e C (Lentate, Desio, Lissone), lavori che stanno già causando un grave consumo di suolo. Si teme un “fallimento” come già accaduto per BreBeMi, Teem e il tratto Pedemontana già esistente.

Le proposte alternative per la mobilità brianzola

La manifestazione non si ferma al dissenso, ma propone soluzioni alternative concrete per migliorare la mobilità e la qualità della vita in Brianza con un costo inferiore e senza impatto ambientale. Le proposte, finanziabili “con le stesse risorse” della Pedemontana, includono:

  • Prolungamento della metropolitana M5 fino a Monza.
  • Realizzazione del prolungamento della M2 da Cologno a Vimercate.
  • Investimento sulla tratta ferroviaria Carnate-Seregno.
  • Potenziamento della Milano-Meda nell’ovest Brianza.
  • Potenziamento della Tangenziale Est nel Vimercatese.

Oltre ai comitati, anche il partito Azione ha annunciato la propria adesione alla protesta, portando in dote proposte per una revisione delle tratte, il contenimento dei costi e l’implementazione di interventi meno invasivi.

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