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“Blah, blah, blah” e “Gutta cavat lapidem”. Gli skaters, San Francesco e il mistero dei quadri coperti

Piccolo ma triplo mistero all’ex chiesa di San Francesco, proprietà del Comune di Como. Sulla facciata interna del colonnato, lato via Mentana, sono ben visibili tre grossi riquadri coperti da fogli di giornale. Non si tratta di “opere” di piccole dimensioni, indicativamente potrebbero essere quadri di un metro per un metro, affissi alla superficie.

Attorno, direttamente sulla parete, sono anche state tracciate con vernice nera vere e proprie cornici ai lati, così come una sorta di volta sulla parte superiore. Ma che cosa celano i fogli di giornale? Con esattezza è difficile dirlo, ma qualche indizio – complice un filo di vento che talvolta discosta i “veli” – si può cogliere a occhio nudo.

Lungo la cornice laterale del primo quadro, in altezza, si può scorgere una lunga serie di scritte: “Blah, blah, blah” come a indicare chiacchiere al vento in maniera gergale.

Alla base dello stesso riquadro, un motto latino: “Gutta cavat lapidem”, che tradotto significa “la goccia scava la pietra”,  indicare la capacità di raggiungere un obiettivo a forza di insistere.

Più difficile – senza discostare le coperture – intuire cosa si celi nelle altre due “opere”. Ma per i centimetri colorati che si intuiscono e per quel poco che si può carpire dei tratti disegnati, pressoché impossibile non ricondurre il tutto alla tipica forma di street art degli skaters che – per quanto bannati dalla zona dal Comune – hanno in San Francesco uno storico punto di ritrovo.

Insomma, pur senza avere certezza su autori e reali finalità delle tavole affisse alla parte – un’ipotesi è che si tratti di una iniziativa per pungolare nuovamente l’amministrazione sul tema dello skate park, opera che dopo le polemiche (e le multe ai giovani) della scorsa estate è finito decisamente sottotraccia. Questo anche perché, come noto, il Comune ha promesso che entro il 2024 gli skaters comaschi avranno un loro skate park dedicato in via Longoni.

Ora resta da capire soltanto se i quadri che ora appaiono coperti siano stati realizzati da tempo e solo successivamente, senza che la cosa facesse in tempo ad arrivare alla ribalta, siano stati mascherati dall’amministrazione (San Francesco è pur sempre proprietà di Palazzo Cernezzi); oppure se il disvelamento di contenuti, grafiche e messaggi – con l’odore di vernice che stamane sembrava ancora fresco – sia una sorpresa ancora in arrivo.

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6 Commenti

  1. Io evidenzierei il fatto che hanno imbrattato i muri , non tanto la presunta opera d’arte celata dalla carta !
    Ah già, ma questi personaggi sono abituati a fare queste bravate ovunque con il favore delle tenebre, bravi!
    Dipendesse da me avrei cestinato immediatamente il progetto dello skate park.

    1. Intendi una ripicca da scuole elementari dove se qualcuno imbratta un muro, allora si cestina il progetto dello skate park per tutta la città (e 100 altri skater che non c’entrano nulla con questi disegni)?

      Grandissima logica: al prossimo che posteggia la macchina in divieto di sosta che facciamo? Abbattiamo un autosilo?

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