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In Canton Ticino parte il Tram-Treno: mezzo miliardo di franchi e lavori al via nel 2027 per la maxi opera

Mezzo miliardo di franchi (con cifra finale però in fase di verifica proprio in questa fase), primo bando questo mese, lavori nel 2027 e asse fondamentale in funzione dal 2035. Sono queste le tappe fondamentali delineate dalla Rttl, la societa incaricata della progettazione e della realizzazione dell’infrastruttura, un paio di giorni fa, sul futuro del tram-treno che in Canton Ticino servirà un’ampia zona del Luganese.

Una grande opera, destinata a incidere profondamente sulla viabilità ticinese, i cui sviluppi giungono da questa parte del confine, sul Lago di Como, proprio mentre la Variante della Tremezzina da 400 milioni di euro affonda tra cantiere fermo e inchiesta per tangenti (e pensare che i cantieri avviati nel 2021 secondo i proclami dell’epoca sarebbero dovuti terminare per le olimpiadi invernali Milano Cortina del 2026).

Tornando alla maxi opera svizzera, questa riprende il suo iter dopo una serie di ricorsi che aveva fermato l’avanzamento (il Consiglio di Stato aveva annullato il concorso internazionale per le prestazioni di progettazione, poiché nessuna delle offerte presentate soddisfaceva i criteri di idoneità).

il primo bando sarà pubblicato dunque in ottobre e riguarderà la progettazione del tunnel di Breganzona, la tratta essenziale dell’intero progetto.  Qui i lavori partiranno nel 2027 con l’obiettivo di mettere in servizio la tappa principale nel 2035.

In sequenza, dopo il primo bando per la galleria di Breganzona, nell’arco di qualche mese saranno pubblicati anche gli altri bandi: per il tracciato all’aperto, il viadotto, la tecnica ferroviaria e cosi via.

Per quanto riguarda i costi dell’opera, sono in corso degli approfondimenti e nuove cifre saranno disponibili entro la fine dell’anno. Si parla comunque di un ammontare che si aggira attorno al mezzo miliardo di franchi: un anno fa, al momento del via libera dell’Ufficio federale dei trasporti, si parlava di 514 milioni di cui 418 per l’infrastruttura ferroviaria. Circa metà è a carico della Confederazione.

Il progetto della Rete Tram-Treno del Luganese in sintesi
La tappa prioritaria della Rete Tram-Treno del Luganese prevede il mantenimento in esercizio della linea esistente tra Ponte Tresa e Bioggio. Da Bioggio sono invece previsti due nuovi collegamenti: verso Manno-Suglio con una tratta a lato della strada cantonale e verso Lugano Centro, tramite la realizzazione di un viadotto di circa 700 m e della galleria di Breganzona lunga 2,2 km.

I tempi di percorrenza dovrebbero così accorciarsi da 22 a 7 minuti fra Bioggio e il centro della città, da 26 a 13 per chi arriva da Agno, da 34 a 13 da Manno. La frequenza nelle ore di punta fra Bioggio e Lugano passerebbe a una corsa ogni cinque minuti.

La tappa successiva, per la quale di recente è stato messo in consultazione lo studio di fattibilità, prevede il prolungamento della linea dal centro di Lugano fino al Campo Marzio per poi proseguire attraverso i quartieri di Viganello e Pregassona in direzione della zona del Polo sportivo e ritornare verso il centro lungo Via Trevano.

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8 Commenti

  1. Più nessuno parla di cosa sarà previsto per la linea di collina
    Spero che qualcosa si farà ,perché l’auto postale alle ore di punta fa colonna come tutte le auto
    Sarebbe peccato smantellare!!!

  2. Per Como sarebbe utile trasformare la tratta delle “ferrovie Nord” dalla fermata di Grandate-Breccia a quella a Lago in un metrò. Vanno eliminati i passaggi a livello di viale Lecco x non bloccare il traffico…e con tariffe agevolate x studenti e lavoratori toglieremo una parte di traffico sulla città. Capisco i costi…ma rischiamo di fare la fine del famoso asino…

    1. Inutile sottolinearlo… giusto, e soprattutto fuori dalla forma mentis delle nostre amministrazioni (tutte), palesemente incapaci di questo livello di programmazione del “futuro”. Da noi viene fatta passare per grande opera l’asfaltatura del piazzale ex ticosa. Manca proprio la visione rivolta al futuro, qui si mettono pezze…quando proprio le cose cadono a pezzi.
      A Como in otto anni non riescono nemmeno a sistemare una piscina, quattro campi da calcio e tre scuole in condizioni indegne da decenni, pur con le casse piene di fondi che perdono valore di anno in anno a causa dell’inflazione.

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