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Menaggio, “Ridateci il nostro ospedale”: successo per la raccolta firme, oggi già 2mila. Che cosa sta succedendo

“Salviamo l’ ospedale di Menaggio . Grazie per il sostegno che ci state dando, non ci fermeremo qua”. Da poche settimane è iniziata la raccolta firme da parte del Comitato nato a seguito della chiusura di alcuni reparti nella struttura del lago. Nonostante la petizione sia appena stata lanciata, il successo è già clamoroso, con decisioni di Comuni ed esercenti nel Comasco che hanno aderito all’iniziativa, rendendosi disponibili a ospitare i gazebo.  L’obiettivo del Comitato è chiaro, come si può leggere il sulla petizione: “La piena operatività dell’Ospedale e la riapertura dei reparti chiusi”. Il traguardo da raggiungere è di 2mila 500 firme e già oggi, domenica 16 luglio, sono quasi 2000.

Ma andiamo con ordine. L’ospedale di Menaggio è al centro delle polemiche da qualche anno, infatti da quando la struttura si è spostata dalla gestione dell’Asst Valtellina Alto Lario all’Asst Lariana nel 2019 “sempre più reparti sono stati chiusi” spiega la portavoce del Comitato Giovanna Greco , partendo “dalla chirurgia ortopedica, proseguendo poi con la psichiatria e la rianimazione”. Da tutti questi avvenimenti nasce l’idea di creare il gruppo: “Il Comitato nasce il 20 febbraio 2021, in un dato simbolica – racconta – infatti esattamente un anno prima veniva riconosciuto il primo malato di Covid in Lombardia. A inizio 2021 l’allora vicepresidente di Regione Lombardia ha annunciato che tutti gli ospedali recupereranno tutti i reparti. Questo a Menaggio non è successo. Ci abbiamo messo un po’ di tempo per organizzarci, complice anche la pandemia, ma oggi siamo una quarantena di persone attive su tutto il territorio”.

La raccolta firme oggi a Menaggio

 

“Nella nostra zona manca un ospedale e così ci viene negato il diritto alla salute – denuncia ancora Greco – le altre strutture della provincia non riescono a far fronte ai nostri bisogni”. E non mancano gli esempi clamorosi: “Tempo fa una signora della Tremezzina è caduta e si è rotta un gomito – racconta –. A Menaggio è stata steccata e hanno allertato gli altri ospedali che sarebbe dovuto essere operata entro 20 giorni. Morale della favola: è entrata in sala operatoria dopo due mesi, quando il gomito si era ormai saldato e hanno dovuto romperlo una seconda volta”.

La firma, nei giorni scorsi, del sindaco di Tremezzina, Mauro Guerra

La petizione è organizzata congiuntamente con Uil , che sta sostenendo l’iniziativa: “E’ un nostro dovere etico e morale diventare un mezzo per denunciare il disagio che avvertono i cittadini della zona – sottolinea Dario Esposito , confederale per il Lario – . Le istituzioni devono capire la situazione e prenderne atto.Vogliamo contrattare i servizi socio sanitari e del distretto di Menaggio, zona in cui i residenti hanno delle difficoltà logistiche di collegamento per arrivare a Como. Tutto ciò è contrario all’articolo 32 della Costituzione, che garantisce il diritto alla salute. Ora in Lombardia ci sono due corsie, una preferenziale che è quella del privato, e l’altra più lenta, quella del pubblico. Nella prima i tempi di attesa sono domande di giorni, nella seconda invece si parla di mesi”.

La raccolta firme nel Comune di Val Cavargna

La vicenda è ancora agli inizi e solo dopo il termine della raccolta firme si potrà effettivamente capire quanto potrà contare la petizione davanti agli uffici del Pirellone.

L’ARTICOLO CHE HAI APPENA LETTO E’ USCITO SU COMOZERO SETTIMANALE DEL 14 LUGLIO ED E’ STATO AGGIORNATO E PUBBLICATO OGGI DOMENICA 16

 

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Un commento

  1. Martedì 19/12/2023 in seguito a un mio severo evento, inviata dal 118, è intervenuta la Croce Azzurra. Alla mia richiesta di essere portata a Menaggio, mi hanno detto che l’ospedale Erba Renaldi era Chiuso!!!
    Non c’è stato nulla da dire o fare. Un viaggio da incubo, legata come un salsicciotto, su un asse di legno. Nessun medico a bordo. Stavo malissimo, vomitavo in continuazione. A Grandola c’erano due asini in mezzo alla strada. Bravo l’autista a frenare in tempo. Dietro c’era mio figlio in macchina.
    A Gravedona c’erano due infermieri e un medico molto anziano che ha mostrato po’ di interesse solo quando hanno fatto entrare mio figlio. Mi hanno detto che c’erano 7 pazienti al Pronto soccorso!
    Dopo esami del sangue, flebo, mi hanno sottoposto a una TAC… e io continuavo a vomitare. Una notte infernale, la mattina è arrivata una dottoressa efficiente, gentile. Altra TAC, ma non mi ricoverano perché, in reparto, sarei stata esposta a vari, virus e batteri, ed io ero molto debole. Fortunatamente le due TAC erano risultate NEGATIVE. NESSUNA DIAGNOSI PRECISA.
    Mio figlio mi ha sistemato in macchina e siamo tornati a casa.
    CHE COSA SUCCEDE A CHI È SOLO??

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