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Il tempio metal e i ragazzini che “Nirvana è un marchio”. Renata Rock: “La trap? Qui, mai”

“La musica trap, da quella porta non entrerà mai” esclama tra il serio e l’orgoglioso Renata Morselli, dal 1992 l’anima e il cuore di “Renata Music” in via Collegio dei Dottori, storico negozio di dischi, gadget e abbigliamento per appassionati di musica oltre che Mecca degli amanti dei generi metal più oscuri.

“Un tempo qui fuori avevamo la coda di metallari, tra lo sdegno delle signore bene di Como. Erano gli anni del black e death metal del Nord Europa, la musica doveva essere il più sporco possibile”. Come tutte le storie che cominciano con dei ricordi d’oro, quello che segue è sempre una delusione. Il mondo degli appassionati di musica non fa eccezione.

“Non è più come una volta- spiega Renata, che con la musica lavora dal 1966, quando a 16 anni vendeva dischi alla Standa di Como – di recente mi è capitato che qualcuno chiedesse una maglietta dei Nirvana credendo fosse un marchio e non una band. Altri ne hanno chiesta una con la “lingua fuori” senza sapere nulla dei “Rolling Stones”.

Ai più il compianto in morte del Rock, può sembrare un cliché ma per Renata, prima ancora di generi musicali che cambiano, il declino del settore dipende dal modo in cui la musica viene fruita oggi :“Ho un buon numero di clienti dai gusti molto raffinati. Ma il resto del mondo ascolta la musica in streaming. Per questo il mercato del disco è fermo. Anche l’esplosione del vinile è un mito. L’audio di un Lp contemporaneo proviene dallo stesso master (dalla stessa registrazione Ndr) di un Cd senza differenze di qualità audio. E po i giradischi non sono più gli impianti di un tempo, con casse e equalizzatore”.

L’arrivo dello streaming a portata di smartphone, con YouTube e Spotify come indiziati principali per la morte del disco fisico, è stata accompagnata dal commercio online che ha tolto una fetta di clienti non indifferente a Renata Music, che da sempre vende abbigliamento e merchandising.

“Da un lato i grandi marchi si sono impossessati di simboli molto forti come il classico “Chiodo” o gli anfibi tipo Dr. Martens riproposti oggi a prezzi esorbitanti – spiega la proprietaria – e dall’altra parte c’è Amazon. Capita spessisimo che qualcuno si provi delle scarpe, faccia una foto e poi vada a comprarsele su Internet. Ugualmente non ha senso ordinare un disco per un cliente che dovrà aspettare qualche giorno se su internet si trova subito”.

Cosa rimane quindi a Renata per tenere con se i clienti più fedeli? “Ogni giorno passo qualche ora compilare delle mail personalizzate in cui segnalo le novità che ho in negozio. Cliente per cliente”.

E la cura che la donna ha per il proprio pubblico si vede quando un ragazzo che avrà poco più di 14anni, con un Chiodo grigio sulle spalle paga una maglietta nera dei Queen. Ne risulta un’appassionata conversazione sul concerto dei System of a Down con i Korn annunciato per l’estate prossima; conversazione che si potrebbe avere con un’amica con cui si condividono gli stessi gusti musicali.

“La mia speranza per il futuro? – conclude Renata – vendere a qualcuno che ha il mio stesso amore per la musica. Ma qui appena te ne vai spunta un negozio di vestiti, di cibo, un barbiere: tutti quei bisogni che non puoi soddisfare online”.

L’articolo che hai appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem.

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