Quella finestra aperta, notata da alcuni passanti solo pochi giorni fa all’Ostello di Villa Olmo a Como (ne avevamo scritto qui), non era un’allucinazione. Non era stato neanche il vento a farla aprire di colpo. Ma è un segno chiaro e certificato del fatto che si stia lavorando per restituire alla città questo luogo di accoglienza per i turisti in arrivo da ogni parte del mondo e che per troppo tempo è rimasto serrato.
Obiettivo: “Aprire per settembre”
All’opera per riaprirlo, con il sogno “di farcela per salvare almeno una piccola parte della stagione estiva in arrivo ma realisticamente con l’obiettivo di essere pronti a settembre”, è la New Generation Hostel Impresa sociale Srl che attraverso le parole dell’amministratore Roberto Montagna racconta come sarà l’ostello e come mai, dopo la gara per dare in concessione la struttura a un nuovo gestore e l’aggiudicazione nel 2019, sono poi seguiti anni di vuoto.
“Purtroppo ci sono stati problemi con il progetto presentato allora, intoppi nella pratica edilizia e con le prescrizioni previste dalla Soprintendenza e così tutto si è congelato – dice l’amministratore – poi però tra la fine del 2021 e il 2022 abbiamo ripreso il dialogo con il Comune e tre mesi fa è arrivato il via libera della Soprintendenza e 3 settimane fa il permesso da parte dell’amministrazione. E ora siamo qui. Abbiamo anche deciso di cambiare l’architetto responsabile, affidando le operazioni a un professionista di Como”, spiega Montagna.
Come diventerà l’Ostello di Villa Olmo
Ma come sarà dunque il nuovo ostello? “Nucleo centrale e cuore pulsante della struttura, come accade già anche negli altri ostelli che abbiamo, sarà il giardino. Punto di pregio da valorizzare al massimo e intorno a cui far ruotare la vita degli ospiti. Posizioneremo dei gazebo, dei barbecue e sedute di diversi tipi – racconta l’amministratore – E’ poi prevista anche un’area per parcheggiare le auto. Ci sarà spazio per 10 vetture e poi saranno installate anche due colonnine per la ricarica delle auto elettriche”.
Il bando prevede un canone annuo di 32mila euro e le spese di ristrutturazione a carico dell’azienda. Passaggio più delicato, ovviamente, visti gli intoppi del passato, è capire i tempi che porteranno l’ostello a essere nuovamente fruibile. “I nostri sforzi sono concentrati al massimo per cercare di aprire e salvare almeno una piccola parte della bella stagione in arrivo. Sarebbe infatti molto importante collocarci come struttura turistica di riferimento già da questa estate. Visto però quello che c’è da fare sarà complesso e arriveremo con ogni probabilità a essere pronti a settembre. In ogni caso la nostra volontà è rimanere aperti sempre, tutto l’anno, non solo in estate così da offrire accoglienza destagionalizzando”, spiega l’amministratore.
Per quanto riguarda ancora l’ostello, saranno creati nel corpo centrale una cinquantina di posti letto in un dormitorio e al piano di sopra saranno ricavate alcune camere private. Ogni posto letto avrà a disposizione una piccola cassaforte, un armadio, una luce sul letto e una presa per ricaricare il cellulare.
“Lavoro per i comaschi”
La riapertura del nuovo ostello sarà anche un’occasione lavorativa per i comaschi. “Sicuramente più avanti avvieremo infatti la ricerca del personale che dovrà sempre essere operativo. Come abitudine lo andremo a cercare anche in loco. Lo staff sarà composto da 5 persone alla reception e 3 donne delle pulizie”; conclude l’amministratore.
7 Commenti
Paracarro,
con questa ossessione del politicamente corretto, conformismo del calendario al muro di questi anni 2000 , a forza di voler cancellare le macchie della storia, verrà un giorno in cui non sapremo più perché il ponte si chiama Austerlitz e il viale Jena.
Non c’entra nulla né il politicamente corretto né la storia. Semplicemente ci sono parole ed espressioni italiane più appropriate per definire certi lavoratori ed è giusto esigere che un giornale li utilizzi. Poi tu a casa tua puoi fare quel che vuoi, anche vestirti da ussaro, ciò non toglie che nel 2023 quella non sia l’espressione corretta.
Che doveva dire ? “Uomini e donne delle pulizie”?
SIAMO AL RIDICOLO !!!!!!
Addetti alle pulizie va bene. Guarda il calendario al muro, siamo nel 2023…
Vero! e poi dovrebbero specificare che cercano imprese di ristrutturazione che offrano imbianchin*, lattonier*, idraulic*, murator* e in generale personale di ambo i sessi e di qualsiasi genere e orientamento che si occupi di ripristinare l’aggancio alle fognature e completare i lavori in fretta nei mesi di luglio e agosto, ma tanto chiunqu* è disposto a spezzarsi la schiena con 40°.
Forza, non rendiamo ridicolo il concetto di parità mettendo i puntini sulle”i”, o meglio le puntine sulle “e”, andando a riprendere un termine di uso comune e che definisce un lavoro che viene comunque offerto privilegiando il genere che se ne lamenta. O forse intende dire che in questo modo è un peccato perché gli uomini ne sarebbero preclusi? In questo caso grazie per il pensiero, avevo frainteso…
5 persone alla reception, 3 *DONNE* delle pulizie. Se chi è intervistato dice bestialità, dovrebbe almeno essere responsabilità di chi redige l’articolo correggere e riportarlo in una maniera tale per cui non appaia essere stato scritto nel 1936.
Bene!