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Bonifica Ticosa, un unicum assoluto: l’azienda ritirata contesta al Tar l’ostinazione del Comune a tenerla in gara

Una storia davvero a tinte surreali, quella della gara per la bonifica dell’area Ticosa dapprima assegnata dal Comune la società Eco.Ste.Ma, poi annullata dalla stessa amministrazione in autotutela.

Si ricorderà, infatti, che ancora prima che Palazzo Cernezzi azzerasse l’intero iter, la stessa impresa annunciò la volontà di ritirarsi comunicandola al Comune. Una volontà che però – soprattutto nell’interpretazione dei privati – l’amministrazione praticamente ignorò, di fatto quasi “costringendo” le aziende che volevano solo chiudere la partita a proseguirla, fissando scadenze e termini che poi, ovviamente, non vennero rispettati.

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E così, paradossalmente, nel ricorso al Tar dei privati del 21 aprile scorso, l’azienda contesta – per semplificare – l’ostinazione del Comune (che certamente avrà ragioni diverse e le esprimerà in Tribunale) a volerla mantenerle in gioco.

I privati dunque chiedono ai giudici l’annullamento della determinazione del dirigente del Settore Appalti e Contratti del Comune di Como con cui l’ATI tra Eco.Ste.Ma. s.r.l. ed Ecoserdiana s.r.l. è stata dichiarata decaduta dall’aggiudicazione della gara per non aver trasmesso la documentazione necessaria per la stipulazione del contratto, nonchè di ogni altro atto connesso.

A fronte dell’aggiudicazione della gara risalente al 22 dicembre 2020, Eco.Ste.Ma “lamenta ora in particolare che, malgrado con nota del 23 febbraio 2021 avesse ritirato l’offerta presentata, il Comune di Como, pur avendo ricevuto la predetta rinunzia, con nota del RUP del 26 febbraio 2021, ha dichiarato concluso positivamente il sub procedimento di verifica del possesso dei requisiti”. Ma non solo, lo stesso giorno il Responsabile del Settore Appalti e Contratti ha chiesto alla Eco.Ste.Ma. s.r.l. la trasmissione della documentazione necessaria alla stipulazione del contratto.

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Inoltre, sempre a detta dell’azienda, “a fronte del rilievo della Eco.Ste.Ma. s.r.l. in ordine all’avvenuto ritiro dell’offerta, il Comune di Como le avrebbe comunque assegnato un ulteriore termine per la presentazione della documentazione necessaria per la stipulazione del contratto, ritenendo che non vi fossero i presupposti per poter ritirare l’offerta medesima”, salvo poi – come sappiamo – dichiararla decaduta per non aver prodotto la documentazione necessaria.

Insomma, al netto della inevitabile parzialità del punto di vista dei privati che avrà un certo contraltare nelle diverse posizioni del Comune, Eco.Ste.Ma porta in tribunale Palazzo Cernezzi per l’ostinazione a volerle assegnare la gara nonostante la chiara volontà di rinuncia degli interessati.

Un unicum, a memoria.

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7 Commenti

  1. È quello che dice l’azienda, vedremo come si pronuncerà il TAR. Tuttavia, è curioso come a Como queste situazioni stravaganti siano ormai la normalità. Come è possibile che ci siano tanti pasticci, anche a volte surreali, in Municipio? Un mio amico, sempre molto ben informato, mi diceva che il solco sono state le “paratie”: oltre all’incolpevole Lucini hanno finito per pagare tra i più stimati Dirigenti del Comune. Da allora il panico regna sovrano. Altri mi dicono che alcune interpretazioni della Legge Bassanini abbiano influito sul bilanciamento delle responsabilità tra Politici e Dirigenti ma c’è da chiedersi perché questi problemi non siano così evidenti in altre Amministrazioni. Alla fine, credo a quanto mi ha raccontato una brillante impiegata del Comune di Como in una conversazione assolutamente casuale ma per me molto istruttiva. Il clima non è dei migliori e non si collabora tra uffici diversi. Le scarse competenze degli Assessori li rendono assolutamente dipendenti dai loro poco fidelizzati Dirigenti. In altri termini, in Municipio non si lavora con la necessaria serenità. È doverosa una profonda revisione del modello organizzativo e motivazionale delle risorse umane. Sarà sufficiente aver ricollocato la funzione Risorse Umane in un’altra area organizzativa? Se non altro almeno questa volta il “buon” Sindaco ha cercato una soluzione. Sperando che funzioni ovviamente.

  2. arroganza burocratica, a Como e a Firenze molti si pensano padroni della ferriera ai cui interessi o per coprire i propri errori – nel caso il ritardo dell’aggiudicazione e l’impossibilità di incamerare la cauzione – la libera impresa e i cittadini devono inchinarsi come sudditi. State sereni chi ha annullato sapeva cosa fare.

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