Da ieri 5 gennaio è tempo di saldi (qui tutto quello che bisogna sapere). In città subito gli appassionati delle vendite scontate sono al “lavoro”. E se negli anni scorsi in molte vetrine comparivano a volte sconti esagerati – almeno sulla carta – con percentuali che arrivavano fino al 70, quest’anno sono in calo “gli sconti farlocchi, gonfiati a dismisura. Fioccano però ancora le segnalazioni di ribassi esagerati, del 50%, difficili da applicare, salvo per prodotti dell’alta moda o per fondi di magazzino, che in realtà non potrebbero essere messi in vendita”, segnala l’Unione dei Consumatori.
“Invitiamo le persone a non farsi incantare da percentuali di sconto improbabili e di guardare sempre al prezzo effettivo da pagare. L’Istat attesta in modo incontrovertibile che in media gli sconti hanno raramente superato il 25%. Certo è una media, che non esclude che alcuni possano salire al 30 o al 40%, ma è evidente che, per quanto ridotta rispetto al passato, l’abitudine di ritoccare il prezzo vecchio, per alzare la percentuale di sconto ed invogliare maggiormente all’acquisto, non è ancora morta, anche se l’annuncio del recepimento della nuova direttiva europea in materia ha attenuato il fenomeno”, spiegano dall’Unione Nazionale Consumatori.
È confermato, comunque, lo studio dell’Unc, secondo il quale quest’anno gli sconti sono superiori rispetto a quelli praticati nel 2022, con l’Abbigliamento (Indumenti + Accessori) che segna un abbassamento medio dei prezzi del 23%, gli Indumenti una riduzione del 24% e le Calzature un ribasso del 21%.