Sono ormai passati quasi 103 anni, da quando nel 1919 Vitaliano Salice fondò a Musso la “Salice Occhiali”, impresa nota in tutto il mondo soprattutto per maschere da sci e occhialini per ciclisti. L’azienda in più di un secolo ha mantenuto una caratteristica fondamentale: non si è mai spostata dal Lago di Como, rimanendo fortemente radicata al territorio e a tutti gli abitanti, nonostante i suoi prodotti vengano esportati in tutto il mondo.
Ma andiamo con ordine. La fabbrica, dalla sua creazione a oggi, è cambiata molto e ha prodotto diverse tipologie di occhiali: “All’inizio venivano realizzati gli astucci per i pince nez, gli occhialini da lettura – spiega Anna Salice, attuale presidente – Mio nonno si era trasferito a Milano, ma decise di far partire la fabbrica sul lago, a Musso, per dare lavoro ai suoi compaesani che soffrivano la fame. Poi la produzione si spostò sugli occhiali protettivi, fatti appositamente per salvaguardare chi lavorava il sasso, poiché in paese c’era una cava di marmo”.
Da lì a poco scoppiò la guerra e la Salice occhiali dovette adeguarsi ai tempi, producendo lenti apposite per lo scontro bellico. E’ dopo il 1945 che cambiò per sempre la storia dell’azienda: “La sede della fabbrica venne spostata a Gravedona, dove è tuttora. Nell’Italia di quel decennio iniziarono a usarsi sempre di più gli occhiali da sole, soprattutto per le moto, e dalla fine degli anni ’50 abbiamo avuto l’intuizione di impegnarci nel settore sportivo, di preciso in una disciplina al tempo emergente come lo sci.
Alla fine degli anni ’90 iniziammo a produrre quello che oggi è l’altro nostro prodotto di punta, ovvero gli occhialini da ciclismo. Questo ultimo passaggio venne agevolato dall’avvento della plastica, delle lenti in policarbonato e dei materiali ad alta resistenza. Così facendo venne eliminato tutto ciò che era metallico e nel caso il corridore fosse caduto non si sarebbe fatto male ulteriormente”.
Oggi la produzione della storica azienda di Gravedona non si ferma più solo alle lenti, ma passa anche attraverso i caschi, sia da sci che da ciclismo, che vengono disegnati, progetti, testati e certificati da “Salice Occhiali” e poi prodotti da un partner, essendo il tipo di produzione dei pezzi totalmente differente. Inoltre con il passare dei decenni sono stati numerosi gli sportivi a indossare le celebri lenti prodotte sul lago, passando da campioni del passato del calibro di Gustav Gustav Thöni, Piero Gros, Paolo De Chiesa e Erwin Stricker, arrivando a oggi con Cristof Innerhofer e Filippo Tagliani.
Ma, nonostante gli anni passino e il marchio “Salice occhiali” sia famoso in tutto il mondo, non perde mai la sua peculiarità, ovvero quella di essere radicata sul territorio.
“Nella nostra fabbrica il 97% sono donne e provengono tutte da Gravedona o dintorni – conclude Salice – Un giorno, tanti anni fa, arrivò un signore che mi chiese di spostare la fabbrica in Canton Ticino, io rifiutai. Le mie dipendenti lavorano dalle 7.30 alle 12 e dalle 13.30 alle 17, possono mangiare a casa, vedere i loro figli e vivere una vita come dovrebbe essere quella di un lavoratore. Io sono nata qui e qui voglio rimanere. Questi sono valori che mi ha trasmesso la famiglia, l’azienda è diretta da me e da mio cugino, così come fecero, secoli fa, i nostri nonni. Quando sono qua le ore passano con piacere, io amo il mio lavoro. Sono rimasta per l’affetto per il paese”. Una storia lunghissima, iniziata più di un secolo fa, e forte grazie all’amore per il territorio.