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Una passeggiata nel più bel bosco di Como, a due passi dal centro e immerso in un verde magnifico

Va bene, le immagini in alto risultano stranianti rispetto al titolo. Eppure il mix delle due cose contiene effettivamente altrettante verità: il più bel bosco (potenziale) della città di Como è anche, nello stesso momento, un gigante spiaggiato male. Il motivo è molto semplice, siamo sulla collina dell’ex ospedale psichiatrico San Martino – ora sede soprattutto di uffici Ats, vedi alla voce Regione Lombardia – un piccolo promontorio affacciato su Como affondato in un mare di verde ma con un cuore grigio e crepato al centro. E purtroppo è soprattutto il secondo a mettere tristezza in queste magnifiche giornate di inizio agosto.

Basta salirci, sulla collina, per rendersi conto di queste due maschere opposte. La camminata che porta in alto sembra quasi l’accesso a una fiaba, lontanissima – eppure a due passi – dalla città che scorre in fondo. Le poche curve che servono per raggiungere la meta sono uno spettacolo di natura: alberi magnificenti, prati (non tenuto benissimo, ok, ma andiamo oltre), un silenzio che non sembra vero di stare a Como.

E per quanto i segni di incuria provino a strillare, persino la facciata principale che si apre nel piazzale in cima continua a mantenere una sua silenziosa bellezza, un suo fascino fuori tempo, a dispetto delle persiane rotte e penzolanti, dei muri scrostati, della generale sensazione di abbandono.

Girando attorno a questo bestione scrostato – in cui pulsa poca vita e non solo ad agosto – la sensazione di grande occasione perduta si accentua. L’intera facciata laterale alla destra del corpo centrale è diventata il tirassegno per esercitarsi nelle sassate sui vetri.

Se si svolta ancora, giunti in fondo, c’è la parte più dolorosa: gli accessi al “cortilone” interno, che sarebbe magnifico in potenza e invece è poco più di un cumulo di rovi e rovine.

Alcuni corridoi aperti sul nulla sarebbero degni set di un film dell’orrore. Un peccato, che stride ancor di più con il cielo terso di questi giorni e con un verde così gonfio e brillante da far invidia ai filtri social.

Si dirà: sì va bene, ma alla fine è sempre la stessa storia. In realtà, grazie all’Arca che si sta occupando di far rinascere sei ettari sul lato che guarda la Statale per Lecco – qui i dettagli – qualcosa finalmente si è mosso. Non è poco, ma di concreto a oggi non c’è altro, se non anni di proclami e impegni sfumati ogni mattina. Che peccato. C’è un bosco vero e magnifico, potenzialmente, su quella collina. Ma l’occhio, purtroppo, lo ruba sempre quel corpaccione troppo rugoso e senza denti.

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4 Commenti

  1. Conosco “oltre il giardino” una rivista di grandissimo impegno sociale, oltre ad essere una bellissima rivista per l’impaginazione geafica, per i testi poetici e le scelte artistiche fuori da tutte le menate dei critici ,organizzatori di mostre di basso livello. Sono queste le vere iniziative sociali che curano veramente le persone che devono essere aiutate in questa società che invece tende ad escludere…

  2. Sarà una nuova Ticosa.
    Il tutto è possibile perché chi amministra il bene della collettività non deve rendere conto a nessuno del mancato utilizzo, recupero, del luogo!!!
    Si aspetta che crolli tutto e nel frattempo si IMPEDISCE AI CITTADINI DI UTILIZZARE IL PARCO, BOSCO!!!!
    VERGOGNOSO E SENZA SENSO SE NON QUELLO DI CERCARE DI SVENDERE TUTTA L’AREA A I SOLITI IMMOBILIARISTI CHE NON ASPETTANO ALTRO per CEMENTIFICARE TUTTO!!!!

  3. Tutto vero, purtroppo .
    L”incuria di pochi vanifica l’impegno di molti nel garantire un luogo di bellezza e ristoro.
    Lasciate che vi racconti riguardo alla spazzatura, in un anno se sono venuti a ritirarla due volte è dir tanto, dato che tre enti si rimpallano tra di loro questa sgradevole incombenza ( vedi l’articolo di Laura Mosca sulla Provincia del 1 agosto 2023 su questa situazione indecorosa, per non dire peggio).
    Riguardo agli immobili, che dire? Progetti sembrava ne fossero stati fatti (vedi Università) ma, alla fine si stanno rivelando delle chimere senza basi e costrutto.
    Che fare allora? In prima istanza chiedere ragioni a chi di dovere ( vedi l’articolo ‘San Martino, il parco abbandonato ‘ citato sopra) ed impegnarsi tutti per tenere, non solo San Martino, ma l’intera città di Como bella pulita, confortevole ed accogliente come avrebbe il dovere di essere.
    P.S Posso parlare con cognizione di causa dato che frequento il Centro diurno (realtà preziosa sconosciuta ai più per il disagio psichico) situato in questo luogo, e frequento la redazione di Oltre il giardino, una rivista nata per aiutare le persone attraverso la scrittura ed altre forme artistiche.
    Cari amici di Como Zero, venite a vedere queste belle realtà , troverete umanità ed impegno anche dove le strutture lasciano parecchio a desiderare.
    Cordiali saluti
    Morena Spataro

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