Sono sempre di più le segnalazioni di chi esprime perplessità, quando non aperta rabbia, in merito all’andamento dei lavori al porto di Sant’Agostino.
I lavori a rilento non creano disagi ‘solo’ ai proprietari di barche titolari di posti assegnati con bando ma anche ai passanti costretti giocoforza a camminare per strada, soprattutto nei festivi e prefestivi con tradizionale pienone in città.
Secondo quanto riferito da Csu lo scorso 1 giugno, il cantiere si sarebbe dovuto chiudere il 30 giugno in quanto “nessuno ha formalizzato ritardi nonostante le richieste in merito” – erano state le parole del presidente Renato Acquistapace.
Che aveva aggiunto: “Stiamo facendo tutto ciò che è in nostro potere per tenere la situazione monitorata con continui sopralluoghi e sollecitazioni (…). Se ci saranno dei ritardi e l’apertura del porto dovesse andare oltre la fine di giugno, Csu valuterà tutte le azioni possibili a tutela dei propri interessi, di quelli dei propri clienti e del Comune”.
Oggi, a 15 giorni dal termine annunciato dei lavori, in pochi hanno visto gli operai al lavoro al porto – e sono molti i dubbi sul rispetto effettivo dei tempi previsti. Quindi abbiamo contattato direttamente il presidente di Csu per avere delucidazioni.
“Rispetto a quanto dichiarato il 1 giugno, non ci sono novità – ci spiega Acquistapace – non abbiamo alcuna comunicazione ufficiale da parte dell’impresa che sta facendo i lavori che questi possano andare oltre il termine prestabilito. Abbiamo chiesto il cronoprogramma all’impresa, 3 settimane fa, ma non ce lo ha ancora fornito”.
Il presidente di Como Servizi Urbani, però, ammette che i lavori a rilento possano destare qualche sospetto.
“È chiaro ed evidente che i lavori vadano a rilento perché si vede – aggiunge – ma la maggior parte dell’opera viene fatta all’esterno, i pontili vengono prodotti a Ferrara ed evidentemente si sta andando avanti lì in questo momento. Quindi anche se il cantiere è fermo, i lavori procedono da un’altra parte”.
Un aggiornamento, però, viene dato sulla effettiva fine dei lavori: nonostante nella comunicazione del 1 giugno fosse stata menzionata la data del 30 giugno, oggi Acquistapace afferma che sarebbe in realtà il 5 luglio.
“Il termine per la fine dei lavori, ad oggi, è il 5 di luglio – sottolinea – il 21 aprile abbiamo consegnato il cantiere, c’erano 2 mesi di lavori e quindi saremmo arrivati al 21 giugno ma a fine maggio è stata concessa una sospensione dei lavori di circa 16 giorni per il meteo. Noi aspettiamo che l’impresa ci comunichi il cronoprogramma, se andrà al di là del 5 luglio valuteremo se accettare o meno la proroga. Per come stanno le cose oggi, non c’è nessun motivo per cui io debba accettare una proroga dei lavori, se ci saranno responsabilità da parte di qualunque soggetto è chiaro che Csu le valuterà”.
E, in merito ai disagi di chi ha il posto barca e al momento non può sfruttarlo per via del cantiere, afferma: “Per noi oggi la cosa più importante è fare in modo che chi ha il posto barca in porto possa rimetterla nel più breve tempo possibile per poterla utilizzare nella stagione estiva. Stiamo anche valutando azioni risarcitorie verso chi ha perso la disponibilità del posto barca qui e, considerata l’epidemia, vorremmo poter estendere questo risarcimento anche agli altri porti cittadini. Ci confronteremo con il Comune di Como e se sarà fattibile valuteremo un risarcimento, anche non di tipo economico, e se riusciremo lo faremo ben volentieri”.
In merito alle operazioni che erano state previste a inizio giugno – realizzazione di uno scivolo in cemento armato per l’accesso ai nuovi pontili mediante una passerella, applicazione delle travi sulla parete del molo sulle quali scorrerà il pontile, sistemazione del parapetto della passeggiata sul molo con riempimento dello stesso in corrispondenza dello spazio dove erano presenti le scalette che sono state eliminate – a quanto pare poco sarebbe già stato completato.
“Finora hanno scavato in fondo alla scala, perché sono state fatte valutazioni da parte di un geologo, probabilmente si dovrà intervenire con palificazioni molto semplici per appoggiarvi la passerella – conclude Acquistapace – ma non vedo un problema di dilatazione dei tempi se non tre-quattro giorni. Cerchiamo di consolidare questa parte per evitare problemi in futuro”.
2 Commenti
Ben detto.
In questi casi dovrebbero applicarsi penali e contestazioni di inadempimento, già per la mancata presentazione del crono programma, sia all`azienda che al Direttore lavori che dovrebbe dirigere e non subire i lavori, e richiesta risarcimento danni, oltre le richieste di penali per il ritardo. E se non li chiedono allora sono responsabili gli amministratori e il direttore /Rup di csu. Sono soldi pubblici.