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Asilo Sant’Elia, vergogna inaccettabile. Foto e denuncia d’architetto: “Ecco un turista, da Parigi per vederlo. Questo è quanto Como gli offre”.

“Stamattina, da Parigi per vedere l’asilo. Questo è quello che Como offre”.

È ormai più arreso che arrabbiato Paolo Brambilla, architetto comasco con studio proprio di fronte all’asilo Sant’Elia e sentinella triste e impotente del costante degrado che avvolge l’opera di Giuseppe Terragni.

Nella foto che ci ha mandato, un solitario turista che, armato solo del suo cellulare, sfida le palizzate di cantiere che circondano l’edificio per strappare almeno un ricordo di quel capolavoro che, probabilmente, aveva visto solo sui libri.

“È vergognoso che abbiano recintato tutto per non far vedere cosa facevano – continua nel suo messaggio – e adesso la recinzione resterà, aumentando il degrado, verde incolto, pattumiera e resti di bottiglie di birra”. E sì, perché subito dopo aver ricevuto questo scatto, siamo andati di persona in via Alciato per capire in tempo reale che ricordi porterà a casa quell’ingenuo turista.

E per fortuna, l’occhio pietoso di Brambilla ha voluto cogliere solo l’immagine di questo tenero e sconosciuto eroe perché, allargando l’immagine si sarebbero visti, lì accanto, un cestino stracolmo di rifiuti, un’aiuola incolta e, appena girato l’angolo, un giardino decisamente più simile a una selva.

Nessuna sorpresa, in effetti. Che i lavori siano fermi e l’asilo versi in condizioni deplorevoli non è una novità, ma fa sempre male vedere un monumento trattato in questo modo, soprattutto se a vederlo sono gli occhi dei pochi turisti coraggiosi che tornano a visitare la nostra città dopo l’emergenza Covid.

DEGRADO INACCETTABILE – SFOGLIA LA GALLERY

“Trovo commovente che con tutti questi ostacoli il turista francese trovi il bello oltre il degrado”.

Probabilmente è così, la bellezza salverà il mondo, ma sicuramente la mano pietosa di un giardiniere potrebbe essere un buon inizio.

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