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“Scuole aperte e trasporti sicuri. Proteggete la nostra salute mentale”. Protesta degli studenti in piazza Volta

Chiedono la riapertura delle scuole, il ritorno alla didattica in presenza.

Dopo quasi un anno sono esasperati, al limite di ogni resistenza e ne hanno pienamente ragione. Così oggi sono scesi in piazza anche e soprattutto dopo che il Tar ha sospeso l’ordinanza Fontana che ha chiuso completamente le scuole fino al 25 gennaio, anche in zona arancione.

Fontana: “Lombardia sta per entrare in zona rossa, punizione immeritata. Nel caso, scuole chiuse”

Una cinquantina di ragazzi così ha protestato in piazza Volta su iniziativa dell’Unione degli Studenti.

Spiegano:

Gli studenti e le studentesse di Como, dopo il provvedimento cautelare del Tar che fino al 18 annulla l’ordinanza restrittiva di Regione Lombardia sulla chiusura delle scuole, oggi sono comunque scesi in piazza per una scuola da ripensare da zero.

Questo perché non basta la riapertura delle scuole ma serve che rimangano aperte e che siano sicure.

“Non basta riaprire, ciò che conta è come si riapre!” afferma Brunhilde Paleari di uds Comoi. “Vogliamo trasporti sicuri con corse rinforzate e orari flessibili, spazi perché tutti possano tornare in presenza e trasparenza sul tracciamento dei contagi”

I trasporti pubblici si devono adeguare alle esigenze dell’educazione e non viceversa. I fondi ci sono,e se ci sono difficoltà ad investire, va considerata la possibilità di integrare i servizi esistenti con le aziende private.
Questo aumento non può pesare sugli studenti: la scuola deve rimanere accessibile a tutti.
Per garantire un rientro a scuola sicuro servono spazi adeguati: dove non ci sono vanno creati, dedicando strutture inutilizzate ad uso didattico per l’emergenza.

La scuola in presenza non è sostituibile: è il momento di ripensare la scuola sul lungo termine, con classi meno numerose e meno spazio al mero nozionismo.

La scuola va riformata strutturalmente per quanto riguarda didattica e valutazione, la nostra idea di scuola è diversa da quella che ci propone la realtà di oggi. La crisi pandemica ha solo evidenziato quei limiti che noi abbiamo sempre sottolineato, esasperandoli a nostre spese.

Devono esserci tamponi e termo-scanner in ogni scuola e i dati sulla situazione sanitaria scolastica devono essere chiari.

È anche importante la tutela della salute mentale degli studenti e delle studentesse.

“Ora più che mai abbiamo bisogno di un supporto psicologico” dice Lucas Radice “Alla luce dell’aggravamento della stato mentale degli studenti, abbiamo bisogno di uno spazio sicuro in cui parlare e sfogarci in una situazione così critica; il fatto che non si sappia quando riapra la scuola non fa che peggiorare le cose”

Il TAR, in attesa di un giudizio finale, ha sospeso l’ordinanza di Regione Lombardia per via cautelare. Ora spetta al Governo, la Regione stessa e le istituzioni tutte rimettere al primo posto l’istruzione.

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