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Sembra un film: dal cimitero comasco riemerge un misterioso villaggio di 7mila anni fa. E ora svela i segreti

Durante i lavori di ampliamento del cimitero comunale di Lipomo, il terreno ha restituito testimonianze sorprendenti: un insediamento neolitico, rimasto celato per oltre 7 mila anni, è venuto alla luce grazie a un intervento di archeologia preventiva previsto dalla normativa. Una scoperta che getta nuova luce sulle origini della presenza umana nella zona e arricchisce il mosaico della preistoria comasca. Ne avevamo parlato anche qui.

In questo contesto, il comune ha coinvolto gli studenti della Scuola Primaria e della Scuola Secondaria in visite guidate al sito archeologico. I bambini hanno avuto l’opportunità di osservare da vicino le strutture emerse, come fondazioni in ciottoli e buche di palo, che testimoniano la presenza di abitazioni costruite con materiali deperibili, probabilmente legno. Gli archeologi hanno spiegato loro l’importanza di questi ritrovamenti, che confermano l’esistenza di comunità umane sulla Spina Verde già in epoca neolitica.

Gli esperti che hanno effettuato gli studi sono sotto la direzione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza e Brianza, Pavia e Varese e in collaborazione con l’amministrazione comunale.

Un tassello fondamentale per riscoprire il passato

Il ritrovamento conferma che già in epoca neolitica la Spina Verde era abitata da gruppi umani. Finora, elementi di questa fase storica erano noti solo grazie a ricerche condotte a San Fermo della Battaglia e Montano Lucino, con ritrovamenti isolati a Como e Brunate. Le indagini condotte a Lipomo rappresentano dunque un tassello fondamentale per ricostruire il quadro del popolamento preistorico dell’area comasca, in linea con altri siti significativi come Alzate Brianza, Anzano del Parco e Pusiano.

Proseguire gli studi, in particolare con analisi archeobiologiche, permetterà di approfondire la cronologia dell’insediamento e di ricostruire l’ambiente in cui si sviluppò. Questi risultati dimostrano quanto sia strategica l’archeologia preventiva non solo per la tutela del patrimonio, ma anche per guidare in modo consapevole e rispettoso la realizzazione delle opere pubbliche.

“Una scoperta eccezionale”

“Nell’ambito dei lavori di ampliamento del cimitero – ha spiegato il sindaco di Lipomo, Alessio Cantaluppi – come previsto dalla norma, l’Amministrazione Comunale ha proceduto con indagini archeologiche preventive che hanno rivelato la presenza di paleosuolo. I successivi scavi archeologici, finanziati dall’Amministrazione Comunale e diretti dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza e Brianza, Pavia e Varese, hanno messo in luce un importante sito risalente al Neolitico. Con grande interesse e attenzione abbiamo seguito la prosecuzione delle indagini archeologiche che sono durate alcuni mesi. Ringrazio in particolare la dottoressa Facchinetti della Soprintendenza cui garantiamo fin da ora la massima collaborazione da parte dell’Amministrazione Comunale sia per le indagini che dovranno proseguire sia per la futura valorizzazione e conservazione dei ritrovamenti. Da ultimo ringrazio i tecnici di Ra.Ga, società di ricerca archeologica incaricata dal Comune, nelle persone del dottor Blockey e della dottoressa Ridolfi”.

Per approfondire

A Lipomo un viaggio nel tempo tra i misteriosi ritrovamenti nel Comasco. “Ecco cosa non sapete del passato”

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