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Sentenza shock: la Corte Costituzionale stoppa le bonifiche lombarde. I rischi per la Ticosa (e non solo)

Una sentenza della Corte Costituzionale rischia di rimettere fortemente in discussione l’iter (e dunque i tempi) della grandi bonifiche a Como e provincia, a partire da quella della ormai famigerata Cella 3 nell’area Ticosa ma con la possibilità di incidere su ogni grande operazione di questo tipo (nuova o comunque in una fase dell’iter ancora impugnabile).

In sintesi, con sentenza 160 del 24 luglio 2023, la Consulta ha dichiarato incostituzionale l’articolo della legge regionale numero 30 del 2006 che affida ai Comuni i procedimenti di bonifica dei siti inquinati. La ragione? Perché la tutela dell’ambiente è di competenza esclusiva dello Stato esercitata anche con l’attribuzione alle Regioni. Ma qui si apre una sorta di terreno inesplorato per Palazzo Lombardia e i municipi, poiché su tutti gli atti autorizzativi già approvati che possono essere impugnati e su quelli nuovi si profila il rischio del blocco a meno che la Regione non ratifichi i provvedimenti già in corso, assumendosi però a scatola chiusa delle responsabilità enormi. Questo per quanto riguarda operazioni già avviate, mentre ancora peggio potrebbe andare per le bonifiche in attesa: a oggi le nuove autorizzazioni sono di fatto congelate.

In buona sostanza, potranno proseguire solamente le operazioni e gli interventi di bonifica che siano già stati autorizzati sulla base di piani di bonifica già adottati con atto non più impugnabile. Su tutti gli altri – e come si accennava la questione della Cella 3 della Ticosa sembra ricadervi in pieno, ma potenzialmente questo potrebbe valere persino per ogni opera per cui serve una bonifica – cala la mannaia. In tutta la Lombardia i siti inquinati dove sono in corso le bonifiche sono 1.030, un altro migliaio quelli potenzialmente contaminati. Per questo la Regione stima circa 2.200 bonifiche a rischio per un totale 106,5 milioni di metri quadrati, pari allo 0,4% del territorio regionale.

Ci sarebbe la scappatoia dei siti orfani, effettivamente ventilata un anche per la Ticosa un anno e mezzo fa, visto che per i “progetti di bonifica dei siti orfani finanziati con risorse del PNRR (M2C4, intervento 3.4)” Regione Lombardia ha ribadito che “le tempistiche e le modalità attuative restano inalterate”, ma in realtà su quella strada finora non si sono più avute notizie ufficiali. Va comunque ricordato che il Comune di Como, oltre alla bonifica integrale dell’amianto della Cella 3, aveva anche preso in considerazione strade alternative (dalla messa in sicurezza “tombale” della zona lasciando lì gli inquinanti, fino al setaccio dell’amianto: la scelta finale, valutata in questi mesi assieme ad Arpa, Ats e Provincia non stata ancora presa).

LE MOSSE DI REGIONE LOMBARDIA
“È stata impugnata la nostra legge, ma non quella di altre Regioni che in Italia si comportano come la Lombardia – ha dichiarato il presidente Attilio Fontana – Una sentenza che va nella direzione del centralismo e non certo verso la delega delle competenze che, per quanto ci riguarda, è il modo corretto per collaborare con Comuni e Province. In ogni caso vedremo se il Governo potrà intervenire e anche noi ci attiveremo per capire come risolvere questa situazione”. Sul tema è intervenuto anche l’assessore regionale lombardo all’Ambiente e Clima Giorgio Maione: “Abbiamo già avviato un confronto con Anci Lombardia – ha detto Maione -. Il fine è quello di trovare una soluzione condivisa per affrontare gli effetti che la sentenza della Consulta genera sul territorio lombardo. La sentenza, infatti, è stata pubblicata ieri e già nel pomeriggio i funzionari della Regione hanno tenuto una riunione tecnica con Anci Lombardia. Abbiamo l’obiettivo comune di non rallentare i tempi per quanto possibile e garantire la continuità degli interventi per i quali la Regione sta investendo ingenti risorse”.

LE BONIFICHE INTERESSATE
“Di fatto – ha proseguito l’assessore – da oggi i Comuni non possono più esercitare le funzioni relative alle procedure operative e amministrative. Nella fattispecie: la convocazione della conferenza di servizi; l’approvazione e l’autorizzazione all’esecuzione del piano della caratterizzazione; l’approvazione del progetto di bonifica di aree contaminate di ridotte dimensioni o l’approvazione della relazione tecnica per la rimodulazione degli obiettivi di bonifica”. Non sono invece interessati dalla sentenza i siti di interesse regionale e nazionale e i progetti di bonifica dei siti orfani finanziati con risorse del PNRR M2C4. I finanziamenti Pnrr sugli interventi di rigenerazione urbana o altri interventi comunali che prevedono una bonifica preventiva rischiano invece un grosso ritardo nelle procedure a seguito degli effetti della sentenza.

IL CONFRONTO CON IL MINISTERO
“Abbiamo intrapreso un confronto con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica – ha concluso Maione -. Il fine è proporre una modifica normativa risolutiva a livello nazionale che legittimi l’esercizio da parte dei Comuni delle competenze in tema di bonifiche”. “Ho scritto personalmente al ministro proponendo una bozza di norma da far approvare nel più breve tempo possibile per sbloccare la situazione. I nostri uffici hanno già attivato un primo provvedimento con le prime indicazioni ai Comuni riguardanti gli effetti della sentenza e le conseguenze che avrà sulle loro pratiche amministrative”.

LA QUANTIFICAZIONE DELLE RISORSE NECESSARIE
Regione Lombardia, infatti, si è già attivata con un primo provvedimento per dare le indicazioni ai Comuni. Contatto utile anche per quantificare le risorse finanziarie e umane necessarie per l’espletamento delle funzioni amministrative. Risulta quindi necessario attivare la verifica dello stato di avanzamento dei procedimenti di bonifica in corso di istruttoria da parte dei Comuni del territorio lombardo. A tal fine, il provvedimento sarà inviato a brevissimo termine a tutti i Comuni con la comunicazione delle relative disposizioni. Sarà chiesto di compilare entro l’8 settembre una apposita scheda per ogni procedimento di bonifica in istruttoria.

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Un commento

  1. La sentenza della Corte Costituzionale avrà le sue ragioni ma io la ritengo assurda. Tutto questo è frutto di una estremizzazione dell burocrazia e di troppi attori, senza particolari competenze, che vogliono mettere la “loro bandierina politica” in ogni atto anche se il costo di tutto questo è molto alto e a pagarlo, come al solito, saranno sempre i cittadini in termini di mancati servizi e costi economici. E’ ora di semplificare e liberare molti iter amministrativi.

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