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Senzatetto, Butti (FdI): “Un ricovero d’emergenza subito. Questo è il compito di una comunità seria e di chi la guida”

Non è la prima volta che dalla destra storica comasca, che certamente per lunghi tratti coincide con il percorso del deputato e leader di Fratelli d’Italia, Alessio Butti, arrivano segnali di forte critica per la gestione della giunta di Como della vicenda senzatetto.

Oggi, proprio Butti torna sulla questione. E lo fa – tramite il profilo Facebook – con un testo durissimo, che alleghiamo integralmente.

Guardate queste immagini scattate in diversi luoghi del nostro territorio. Raccontano storie di disagio, degrado, emarginazione.

Possiamo far finta di non vedere o di non capire.

Chi vuole può anche meschinamente strumentalizzare politicamente il tema della fragilità altrui, da una parte e dall’altra. Oppure dare sfoggio al più becero qualunquismo.

Non discuto le sensibilità di ognuno sulla dignità dell’uomo o sul rispetto delle leggi o sul diritto di godere di una città pulita e decorosa. Il comune denominatore valoriale non è obbligatorio.

Però a tutti piace avere un tetto sopra la testa, gustare un piatto caldo, beneficiare di un minimo di considerazione. Ma ci sono questioni che individuano il tratto distintivo di uno Stato civile, anche nelle sue articolazioni locali. Non è più accettabile il tasso di ipocrisia delle opposte tifoserie.

Ci sono clandestini? Vanno rimpatriati ai sensi di legge, le autorità preposte si attivino.

Ci sono soggetti con problemi psichiatrici? Vanno assistiti in apposite comunità. Anche qui chi è competente intervenga per la sicurezza di tutti.

Ci sono poveri cristi, italiani o stranieri in regola, privi di risorse per vivere? Vanno aiutati.

C’è chi vive e dorme nei cartoni ed espleta i propri bisogni fisiologici negli angoli della città. Questo è un problema e va risolto. le decisioni del Consiglio comunale vanno applicate (l’allestimento del dormitorio permanente approvato in aula l’anno scorso, ndr). Offrite soluzioni non slogan.

Occorre un immobile? Individuatelo tra i mille liberi e da ristrutturare.

Occorre elaborare un percorso di reinserimento sociale? Lavoriamoci insieme.

Occorre assistere le marginalità più accentuate? Prodigatevi. Ma non lasciate che trascorra altro tempo. Temporeggiare non soddisferà nessuna delle posizioni in campo e che volutamente semplifico, ma non banalizzo; si può con uno sforzo di mediazione e intelligenza coniugare la posizione di chi, giustamente, pretende decoro e sicurezza in città, con quella di chi invoca una forma di attenzione e solidarietà per gli emarginati.

Le due posizioni possono e forse devono avere un identico punto di arrivo: un ricovero d’emergenza, dignitoso e sicuro per tutti.

Questo è il compito di una comunità seria e di chi ha l’onore di guidarla.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

4 Commenti

  1. Parlare è facile, io crederò quando vedrò i fatti, sono anni che vivo per strada, ma non è cambiato nulla, quando vedrò dei cambiamenti allora crederò

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