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Senzatetto, Mantovani: “Usiamo una tensostruttura”. Lissi: “San Martino, via Cadorna o Sant’Abbondio”

Torna ad affacciarsi in consiglio comunale il tema dei senzatetto comaschi, con il caso più emblematico di tutti – quello delle persone stabilmente sotto il portico di San Francesco – che ormai da qualche settimana è tornato a proporsi esattamente come prime dell’emergenza sanitaria.

Tra ieri e oggi, due le prese di posizioni: una della consigliera comunale del Pd, patrizia Lissi, e un secondo di Ada Mantovani (Gruppo Misto). Quest’ultima, sulla questione del dormitorio, ha sottolineato come dall’8 giugno le strutture messe a disposizione nell’ambito dell’Emergenza Freddo saranno smantellate.

“L’auspicio è nel reperimento di un immobile ma è assai difficile, a quanto pare – Nell’immediatezza, dunque credo non sia assolutamente da scartare l’utilizzo di una tensostruttura, su cui peraltro c’è anche la disponibilità della Caritas, per cui andrebbe soltanto trovata l’area e andrebbe sostenuta qualche spesa. Ma qui c’è un tema di assistenza e di controllo della sanità pubblica che non è indifferente”.

Chiesa da Mantovani anche una relazione su tutti gli aspetti da parte dell’assessore ai Servizi sociali.

Come detto, la questione è stata affrontata anche dalla dem Lissi.

“Il Comune di Como non può pretendere che la situazione di grave disagio dei senzatetto comaschi si risolva da sola o che siano le associazioni e il volontariato a “levare le castagne dal fuoco” ogni volta – dice Lissi – Con la chiusura delle strutture per senza tetto, Landriscina sia sindaco per tutti i comaschi. Anche per quelli che non hanno il privilegio di un tetto sulla testa”.

“Il Coronavirus ci ha messo dinnanzi a tutte le fratture della nostra società – aggiunge Lissi -Nel caso dei senza dimora, non è più il tempo di rimanere a guardare. E’ inaccettabile che nel 2020 qualcuno debba ancora vivere per strada con un clima più mite a fare da attenuante. E’ poi inaccettabile che il peso di questa tragedia che da anni si consuma nelle nostre strade sia interamente sulle spalle dei volontari. Questa amministrazione scenda finalmente in campo per gli ultimi, una volta per tutte”.

Elaborate anche alcune proposte dalla consigliera dem, che riproduciamo di seguito.

1 – San Martino, via Cadorna, Sant’Abbondio: troviamo uno spazio per accogliere i senza dimora

“Un inverno è passato, così la primavera. Con l’arrivo dell’estate siamo ancora al punto di partenza a discutere l’ovvia necessità di un dormitorio un dopo la mozione approvata proprio per istituire un ricovero permanente. Il Comune si faccia “regista” in questa situazione e individui dei luoghi idonei per accogliere i senzatetto. Via Cadorna dove è stato aperto uno spazio per l’emergenza Covid-19 o i locali del San Martino potrebbero essere soluzioni valide e facilmente allestibili. Valutiamo anche se spostare la tensostruttura allestita in via Sirtori nell’area della Basilica di Sant’Abbondio, dove solitamente si tiene la festa patronale, per accogliere lì i senza dimora” propone Lissi.

2 – Usiamo gli 840 mila euro di “Strade verso casa” per i progetti di housing first

“In tante altre città i progetti di housing first, di inserimento diretto di senza dimora in unità abitative indipendenti, stanno dando ottimi risultati. Anche Como avrebbe gli strumenti per implementare questo tipo di strategia, Ma ad oggi ci risulta che degli 840mila euro ottenuti dalla giunta Lucini per il progetto “Strade verso casa” per l’housing first sia stata utilizzata solo una parte. Questo dopo 3 anni in cui la grave marginalità è stata al centro del dibattito cittadino in maniera costante e dopo promesse fatte dall’ex assessore Locatelli che però sono cadute nel vuoto – commenta Lissi – cosa stiamo aspettando? La fine della disponibilità dei fondi per trovarci punto e a capo?”

3 – Team di sanitari, assistenti sociali e volontari che raggiungano chi ha bisogno

“L’universo della grave marginalità è enormemente complesso. Dal punto di vista operativo, il Comune istituisca un servizio di strada che possa contare su team di operatori sanitari, assistenti sociali e volontari per raggiungere capillarmente chi ha bisogno, chi rifiuta il posto in dormitorio o chi, con il caldo, sente di non averne più necessità – spiega il consigliere – questo per iniziare a sciogliere la grave situazione di marginalità al portico di San Francesco e monitorare possibili casi di Covid-19 che potrebbero emergere in futuro”.

4 – Maggiori controlli per evitare tensioni tra i senza dimora

“Il sindaco chieda anche la collaborazione di prefettura e questura perché, anche a supporto della polizia locale, siano garantiti presidio e prevenzione nei confronti di malintenzionati che potrebbero causare tensioni tra gli stessi senza dimora, in una situazione che è già complicata e qualche volta di difficile convivenza” chiude Lissi.

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3 Commenti

  1. Spero sia solo per ospitare quelle famiglie o persone che vivono per strada in questo momento e per un certo e limitato tempo, regolando il modo di usare i servizi e come muoversi (ai vicini dove vanno alla fine non piacerà la permanenza di vicini così speciali) e affermando che d’ora in poi sarà severamente vietato vivere per strada … e che se ciò accade, regolano i meccanismi da seguire e, se necessario, applicano le sanzioni penali più severe … .Perché dobbiamo regolare tutto e farlo nel modo migliore pianificato senza lasciare nulla al caso …. Perché altrimenti tutti i senzatetto del paese verranno da noi

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