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All’ex medico e all’ex infermiera killer dell’ospedale di Saronno sequestrati oltre tre milioni di euro

I Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Como hanno concluso gli approfondimenti delegati dalla Procura Regionale Lombardia della Corte dei Conti in capo all’ex medico Leonardo Cazzaniga e all’ex infermiera Laura Taroni, già condannati per le morti in corsia all’ospedale di Saronno.

La Corte dei Conti ha disposto per loro, già condannati perché ritenuti responsabili delle morti in corsia all’ospedale di Saronno, un sequestro preventivo di 3 milioni di euro (per la precisione 3.153.872,28).

L’ex vice primario del pronto soccorso dell’ospedale di Saronno è stato ritenuto responsabile di aver somministrato farmaci letali a più pazienti tra il 2011 e il 2014, provocando 15 decessi. Si trova ora in carcere dove sta scontando l’ergastolo. Le indagini erano scattate nel 2014 e avevano portato il 29 novembre del 2016 all’arresto di Cazzaniga e dell’infermiera Laura Taroni, sua ex amante. La donna invece sta scontando una condanna a trent’anni perché ritenuta colpevole dell’omicidio del marito Massimo Guerra e della madre Maria Rita Clerici. Entrambi i delitti sono avvenuti contando della complicità di Cazzaniga.

Ora i due sono stati riconosciuti responsabili dalla Corte dei Conti di aver provocato un danno erario di circa 3,1 milioni di euro.

La vicenda è quella delle morti provocate, negli anni dal 2010 al 2014, ad alcuni pazienti dell’Ospedale di Saronno tramite l’infusione di un mix letale di farmaci.

Gli approfondimenti svolti hanno permesso di accertare ome, sulla base del vincolo di dipendenza dei due soggetti con l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale, le condotte contestate in ambito penale agli imputati abbiano generato una duplice responsabilità erariale in danno dell’ASST Valle Olona: da un lato, il danno indiretto, cagionato dai risarcimenti che l’Ospedale ha dovuto pagare agli eredi dei pazienti deceduti, dall’altro l’ulteriore danno non patrimoniale, nella fattispecie di danno all’immagine, derivato dal discredito gettato sulla funzionalità e la capacità assistenziale della struttura.

Pertanto, al termine dell’attività, la Procura Regionale della Corte dei Conti ha quantificato in € 900.000 in capo all’infermiera e in € 2.253.872,28 nei confronti del medico il danno erariale complessivamente causato, importi per i quali è stato disposto ed eseguito il sequestro conservativo.

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