Con la primavera ormai sbocciata, milioni di italiani tornano a fare i conti con starnuti, occhi che lacrimano e nasi che colano. Ma quest’anno, chi soffre di allergie stagionali ha notato qualcosa di diverso: i sintomi sembrano infatti essere iniziati prima del solito, e con una certa intensità. Per capire se si tratta solo di un’impressione o se dietro ci sono dati concreti, abbiamo intervistato la dottoressa Marina Mauro, allergologa a Como.
È vero che le allergie quest’anno sono iniziate prima del previsto?
Sì, sono iniziate un pochino prima, già da febbraio alcuni pollini sono comparsi in concentrazioni significative. Il cipresso, ad esempio, inizia a impollinare tra fine dicembre e febbraio ed è ora in fase calante. Ma altri pollini sono ancora attivi: le betulacee (come betulla e ontano), le corilacee (nocciolo e carpino, molto presenti nel comasco), le fagacee come il faggio, e le oleacee (tra cui ligustro, frassino e gelsomino) che in genere si manifestano tra marzo e luglio, ma quest’anno sono già evidenti. In parallelo, stanno iniziando anche le graminacee, seppure per ora in quantità contenute. Ma con questo sole e caldo, ci aspettiamo un’impennata a breve.
Dobbiamo aspettarci una stagione delle allergie più lunga e aggressiva?
Sfortunatamente si, a causa dei cambiamenti climatici, i tempi di impollinazione sono sempre meno prevedibili, in passato erano più precisi. Tuttavia ora le stagioni allergiche tendono ad allungarsi e a sovrapporsi, generando una sorta di effetto accumulo che rende i sintomi più persistenti e intensi per molti pazienti.
Esistono piante più “aggressive” delle altre?
Non si può parlare di piante particolarmente aggressive, in genere i pollini causano rinite o oculorinite acuta. Solo in alcuni casi, soprattutto tra chi soffre di asma, si arriva a sintomi più gravi delle vie respiratorie, fino ad arrivare a far fatica a respirare. Alcuni allergici alle graminacee possono avere anche reazioni cutanee da contatto, ma solo se per esempio vanno a camminare in un campo che ne è pieno, in quel caso il contatto crea delle irritazioni cutanee da allergia, ma questi casi sono rari e facilmente evitabili con alcune precauzioni.
Come distinguere un’allergia da un raffreddore?
“Ci sono delle differenze fondamentali: l’allergia provoca un naso che cola con secrezione acquosa, ostruzione nasale alternata, starnuti frequenti all’aria aperta, ma non c’è febbre. Inoltre si può notare come i sintomi tendono a migliorare in ambienti chiusi e quindi privi di allergeni, al contrario delle infezioni virali. Se uno ha il raffreddore non fa differenza che sia dentro o fuori casa, starnutirà comune in ogni caso”.
Quali accorgimenti pratici per limitare l’esposizione?
Consiglio a tutti di cambiare l’aria nella propria abitazione, arieggiando gli ambienti solo al mattino presto o la sera tardi, quando la concentrazione di pollini è più bassa. Evitare di lasciare finestre aperte durante il giorno e assumere con regolarità l’antistaminico prescritto. È importante iniziare prima della comparsa dei sintomi e proseguire diligentemente per tutto il periodo allergico, solo in questo modo si può mantenere una qualità di vita soddisfacente. L’allergia, infatti, può essere molto fastidiosa fino a influenzare in modo significativo la vita quotidiana. Una persistente rinite può compromettere la qualità del sonno, senza una bella dormita la concentrazione cala, rallenta l’apprendimento a scuola ai bambini e causa cali di performance sul lavoro agli adulti.
Quali sono le terapie più efficaci?
Al giorno d’oggi abbiamo diverse opzioni. I sintomi possono essere ridotti grazie all’utilizzo di antistaminici in compresse o gocce, colliri specifici e spray nasali, utili soprattutto per il naso che cola. In caso di ostruzione nasale, invece, sono più utili spray a base di corticosteroidi. Se la persona soffre di asma sono anche disponibili degli spray inalatori per via orale. Se invece si vuole trattare l’allergia prima ancora che compaiano i sintomi si può parlare di immunoterapia, volgarmente detto vaccino per le allergie. Non si tratta quindi di una cura per i sintomi ma di un trattamento preventivo. Quindi, prima dell’arrivo del polline, si fa la puntura o, in altri casi, ci sono delle compresse da ingoiare per fare in modo di stimolare la risposta immunitaria, aiutando così il paziente a tollerare meglio l’allergene.
Chi sono i soggetti più a rischio?
Non ci sono categorie necessariamente più vulnerabili. L’allergia è particolare, può iniziare da piccoli, ma anche in età adulta, perfino a cinquanta o sessant’anni. Alcuni bambini migliorano crescendo, ma non è una regola. In generale, chi soffre anche di asma è più esposto a sintomi gravi.
Un fenomeno in crescita: colpa dell’ambiente e dello stile di vita
Le allergie sono in drastico aumento, lo dicono anche gli studi epidemiologici. Ci sono diverse cause, una è quella genetica, certo, ma il problema è soprattutto ambientale. Lo stile di vita occidentale è caratterizzato da alimenti pieni di conservanti e additivi, dall’inquinamento atmosferico, dall’ansia e lo stress, tutti elementi che, combinati, costituiscono alti fattori di rischio per sviluppare un’allergia durante la vita.