C’è una patata bollente che ribolle a Ponte Chiasso, si chiama ex Lechler. Nella vasta area a due passi dalla dogana, infatti, promotori privati hanno proposto una vera rivoluzione (qui i dettagli): una media struttura commerciale (si parla con insistenza ancora di Esselunga), un parcheggio da 400 posti auto, una grande piazza a disposizione del quartiere oltre a un collegamento con la vicina stazione ferroviaria. E poi c’è – esattamente accanto – il comparto ex Albarelli. Anche qui, proposti al Comune attività commerciali e uffici con maxiparcheggio.
Il doppio mega intervento, però, dopo l’ok della giunta comunale di febbraio (con prescrizioni) giace in un limbo di revisioni, polemiche e ricorsi. E molto incide, in questo senso, un busillis non da poco. Finora, infatti, le “pezzature” dei centri commerciali sono sempre state note così: piccola superficie fino a 250 metri quadrati; media superficie fino a 2.500 metri; grande superficie oltre i 2.500. Senonché nell’ultimo Pgt, attualmente in vigore, Palazzo Cernezzi introdusse una netta tagliola sulle medie superfici, con un vincolo massimo di 1.500 metri quadrati. Un limite che ora l’amministrazione vuole abbattere ritoccando il Piano delle regole e tornando alla soglia di 2.500, peraltro sulla base di una direttiva comunitaria che, almeno nell’interpretazione degli uffici, obbliga le amministrazioni a conformarsi e a togliere limiti evidentemente ritenuti “arbitrari”.
Chiaro l’esito finale: anche per una media superficie di vendita, lo spazio ottenibile per un centro commerciale salirebbe notevolmente.
Richiesta di un parere sulla modifica, Confcommercio è stata pesantissima parlando di “nuove mostruose superfici” e prospettando un’invasione di “catene e centri commerciali, alimentari e non, di cui è già satura l’area comasca”. Il rischio? Secondo l’associazione è di “soffocare le botteghe della piccola distribuzione con ricadute assai negative anche per il settore turistico e per la tenuta della comunità in generale”, creando un “far west urbanistico-commerciale”.
Di natura sostanzialmente diversa, invece, il parere inviato al Comune da Confindustria Como che si è espressa “non rilevando in generale criticità” pur ritenendo “opportuno prevedere una diversificazione almeno tra il contesto Città murata e Convalle ed il contesto Extra Convalle” e chiedendo criteri sia di “sostenibilità urbanistica, sociale, ambientale, logistica e di mobilità dei diversi ambiti territoriali”, sia “una maggiorazione dei posti auto rispetto alla dotazione minima prescritta”.
Due visioni decisamente diverse, dunque, quelle delle associazioni di commercianti e industriali comaschi, che è facile immaginare polarizzeranno anche la discussione in consiglio comunale sulle novità. Le modifiche, infatti, dovranno necessariamente passare da una discussione politica nella massima assemblea cittadina, dove il tema delle superfici commerciali è da sempre uno dei classici pomi della discordia tra gruppi e partiti. E’ peraltro del tutto evidente che l’ok o meno all’ampliamento delle medie superfici di vendita potrà dare impulso o colpi di freno ai futuri interventi in città ma anche a quelli già in itinere. Probabilmente, proprio a partire da quelli del doppio comparto Lechler-Albarelli.
3 Commenti
Piuttosto che lasciare l’area così sia messa ben venga il mega supermercato.
Se si può dire di no sarebbe meglio, ma il recupero delle aree dismesse è vitale, il collegamento con la stazione e un grande numero di parcheggi gratuiti che soddisfi il quartiere e i frontalieri potrebbe essere il giusto compromesso, magari si libererebbe l’ingresso in dogana. In più fargli spendere i soldi x la riparazione della rampa della A9?
Il futuro è nei mega centri commerciali e in internet, i mercati e le piccole botteghe sono destinati a sparire: prezzi elevati e scarsa scelta.