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Svizzera, commercianti contro l’uso dell’ex caserma a ridosso del confine per accogliere migranti

La lunga linea di confine tra Varese e Como è puntellata da numerosi valichi di frontiera che spesso sono  argomento di discussione – e tensione – tra Italia e Svizzera.

Da un lato i frequenti casi di rapine alle stazioni di servizio ticinesi, con la fuga dei malviventi verso l’Italia, e dall’altro i vari tentativi di attraversare il confine da parte dei migranti.

E proprio su questo tema si è concetrata la protesta del PLR di Tresa, paese a due passi dalla frontiera di Fornasette che porta in provincia di Varese. Il tutto a causa di una notizia che ha allarmato i commercianti della frazione di Fornasette, nel Comune di Tresa, che hanno “espresso forte preoccupazione riguardo alla concreta possibilità che le autorità italiane destinino l’ex caserma della Guardia di Finanza di Fornasette, situata su suolo italiano a ridosso del confine, all’accoglienza di richiedenti asilo”.

Questo parte del contenuto della nota del Comitato PLR di Tresa inoltrata anche al Comune, dove si evidenzia come “la struttura, recentemente ristrutturata con l’intento di accogliere una nuova destinazione d’uso, rappresenta un tema di particolare sensibilità per la comunità locale”.

Tale possibilità alimenta “i timori che l’arrivo dei richiedenti asilo possa favorire attraversamenti illegali del confine. Questi potrebbero essere associati a episodi di disordine pubblico o reati di piccola entità, che andrebbero a gravare sugli esercenti locali”, spiega il PLR che sottolinea come ciò potrebbe “intensificare il senso di insicurezza” anche per la posizione periferica del valcio “caratterizzata da una limitata presenza delle forze dell’ordine”.

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