Una notizia sta agitando da settimane il mondo dei social network, rimbalzando tra profili di influencer e testate online: la Svizzera starebbe affrontando una crisi di manodopera talmente grave da essere costretta ad assumere d’urgenza 85.000 lavoratori e lavoratrici dall’estero, anche privi di qualifiche professionali, offrendo stipendi compresi tra 3.500 e 6.500 euro al mese (corrispondenti a circa 3.268–6.070 franchi).
La notizia – riporta da tvsvizzera.it – ha varcato i confini europei, suscitando un interesse massiccio dalla Francia fino alla Tunisia, grazie a migliaia di condivisioni. Ma era una fake news virale.
Il caso in questione è un esempio di “clickbait”: contenuti creati ad hoc per attirare visualizzazioni con titoli iperbolici e immagini fuorvianti.
La storia possiede infatti tutti gli ingredienti necessari per scalare gli algoritmi: la promessa di stipendi allettanti, foto da cartolina delle Alpi e la consolidata reputazione della Svizzera come “Eldorado” economico, particolarmente efficace in un periodo di tensioni finanziarie globali.
Per fare chiarezza sulla vicenda, l’emittente RTS ha interpellato direttamente la Segreteria di Stato dell’economia (SECO). La smentita è stata categorica. “La SECO non è in grado di determinare l’origine di questi dati – ha dichiarato Fabian Maienfisch, portavoce dell’ente federale – In base alle nostre verifiche, tali cifre non provengono né dai nostri servizi né dall’Ufficio federale di statistica. Raccomandiamo la massima cautela nell’interpretare queste informazioni”.
Le ricerche condotte da RTS rivelano che questa fake news ciclica riappare regolarmente dal 2022. A rendere credibile la notizia agli occhi dei meno esperti è la presenza di alcuni elementi reali. I settori sanitario e alberghiero svizzeri soffrono effettivamente di una carenza di personale e i livelli salariali citati (3.500-6.500 euro) sono coerenti con le retribuzioni reali versate nella Confederazione.
Le indagini hanno cercato di rintracciare la fonte del numero magico, spesso attribuito all’agenzia di collocamento Adecco. Tuttavia, incrociando i comunicati ufficiali del gruppo, emerge una realtà differente: nel febbraio 2024, Adecco si è impegnata a trovare lavoro a 85.000 rifugiati e a formare 17.000 persone su scala mondiale entro il 2027.
L’allarme è globale: durante l’ultimo summit del Forum economico mondiale (WEF), la disinformazione e le fake news sono state classificate come il rischio più grave a breve termine per il pianeta, superando nelle preoccupazioni degli esperti persino il cambiamento climatico e i conflitti armati.