Pronto soccorso a pagamento in Svizzera, per frenare gli accessi per casi non gravi (triste realtà anche negli ospedali lombardi e italiani in generale). D’altronde l’abitudine di ricorrere al Pronto Soccorso anche quando davvero non ce ne sarebbe bisogno è un’abitudine diffusa, dannosa e difficile da sradicare.
Pur con numeri minori rispetto al nostro Paese, il tema si pone anche nelle strutture svizzere e ticinesi. E così, ecco che anche oltreconfine è entrata nel dibattito pubblico una proposta drastica: porre un tassa – l’ammontare proposto è di 50 franchi – da far pagare appunto a chi si dovesse presentare per casi di lieve entità.
Il dibattito è acceso e ciò che ha fatto discutere ancor di più è che il Consiglio di Stato ticinese si è dichiarato “non contrario” all’introduzione di una tassa per quelli che, oltreconfine vengono definiti “casi bagatella”.
“Siamo preoccupati per la situazione dei reparti di pronto soccorso ospedalieri, confrontati con un sovraccarico di lavoro generato anche da pazienti non gravi né urgenti che si rivolgono a questi servizi. È quindi necessario responsabilizzare i pazienti sull’utilizzo adeguato del sistema sanitario, se del caso – ha messo nero su bianco il governo nella risposta alla consultazione federale su tale proposta – anche attraverso strumenti di natura economica”.
Il motivo è chiaro: chi ingolfa i pronto soccorso degli ospedali con problemi che potrebbero essere gestiti ad esempio con il medico di famiglia, mette sotto pressione il personale.
Specialmente in Ticino, dove la popolazione ricorre più spesso al pronto soccorso: nel 2023 vi sono state 325,3 consultazioni per mille domiciliati nel Cantone, a fronte di una media nazionale di 230 consultazioni per mille abitanti.
Necessarie ovviamente delle riserve. “Teniamo a evidenziare che la proposta elaborata presenta pure una serie di inconvenienti e controindicazioni. Le persone con redditi modesti potrebbero in effetti aspettare troppo a lungo prima di recarsi in pronto soccorso. Inoltre, a prescindere dalla condizione economica, questa tassa potrebbe avere un impatto destabilizzante sui pazienti per quanto attiene al comportamento adeguato da assumere al manifestarsi di un bisogno di salute”, viene specificato. Un esempio concreto, “nei casi di emergenza dove ogni minuto conta, come per ictus o infarti, questa tassa sui casi di lieve entità potrebbe in effetti fare perdere preziosi minuti”. Motivi per cui si è già espressa contro l’Associazione ospedali di valle.