Con una lettera spedita, tra gli altri, al sindaco Mario Landriscina, all’assessore alla Sicurezza Elena Negretti e alla Prefettura, il sindacato Diccap-Sulpm “invita calorosamente tutta la Amministrazione comunale di Como a dare la possibilità agli appartenenti alla Polizia Locale, su base volontaria, di procedere con i test sierologici/tamponi naso-faringei, in quanto nell’effettuazione di interventi di carattere istituzionale, in questo periodo sono venuti a contatto con numerose persone affette da Covid-19, e sono impegnati quotidianamente nei controlli e nella gestione della sicurezza in città”.

Secondo il sindacato “gli appartenenti alla Polizia Locale di Como non sono stati coinvolti neanche nello screening estivo che ha interessato i colleghi delle polizie locali delle province di Como e Varese. Detti operatori continuano a prestare giornalmente il loro servizio con impegno, professionalità e spirito di abnegazione, ma vorrebbero tenere sotto controllo il proprio stato di salute. Pertanto, se non monitorati, potrebbero essere vettori asintomatici del Coronavirus e, nonostante i dispositivi di protezione individuale utilizzati, rischierebbero di espandere l’epidemia al personale del Comune, ai propri familiari e alla cittadinanza”.

“Soltanto attraverso la prevenzione – conclude la nota – sarà possibile per la Polizia Locale continuare ad erogare i servizi di ordine pubblico previsti dalle norme e richiesti dalla Prefettura e Questura, di polizia annonaria, di polizia giudiziaria, il rilievo dei sinistri stradali, le verifiche di polizia edilizia ed ambientale, la viabilità scolastica e tutte le attività di controllo del territorio comunale. E’ del tutto evidente che se non si procederà a tutelare l’operato degli appartenenti alla Polizia Locale si rischia una grave delegittimazione degli stessi con importanti ripercussioni sul servizio reso alla cittadinanza”.