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La tassa sulla salute per i vecchi frontalieri, Ocst: “Dopo le proteste il governo italiano fa parziale marcia indietro”

E’ subito scoppiata la polemica dopo la notizia di ieri, questa: Tassa sulla salute, i frontalieri pagheranno da un minimo di 30 euro a un massimo di 200 euro al mese. Sul tema interviene il sindacato Ocst (Organizzazione Cristiano Sociale Ticinese che parla di “parziale marcia indietro” del governo italiano (cosa di cui aveva parlato ieri anche il senatore dem Alessandro Alfieri). Vediamo:

Nella manovra finanziaria che verrà varata entro la fine di dicembre, il Governo ha inserito all’articolo 49 una nuova tassa sulla sanità per i “vecchi frontalieri” (cioè per coloro che vivono nei Comuni di confine e che hanno iniziato il lavoro in Svizzera entro il 17 luglio 2023). Nelle intenzioni iniziali del Governo tale imposta doveva essere tra il 3% e il 6% del reddito netto annuo, con la possibilità peraltro di incrementare l’importo del contributo in base al numero dei familiari a carico.

Il nostro sindacato – pur non avendo alcun potere diretto su una norma unilaterale decisa in Italia – aveva subito protestato, facendo sentire la propria voce per il tramite di un messaggio inviato al Governo italiano, unitamente alle altre forze sociali e ai Comuni di confine. Quale frutto di questa protesta, il Governo sembra intenzionato a fare una parziale marcia indietro. Sono stati infatti depositati due emendamenti – uno redatto dai relatori di maggioranza, il secondo dalla minoranza – tramite i quali si chiede una forte riduzione degli importi.

In particolare gli emendamenti chiedono di quantificare l’importo mensile di questa tassa tra un minimo di 30 € e un massimo di 200 € mensili (la minoranza vorrebbe un massimo di 190 €), escludendo peraltro dalla norma i familiari a carico. In base all’entità del proprio reddito, il valore dell’imposta andrà quindi a collocarsi in questa forbice.

Al momento non sono noti ulteriori dettagli. Le cifre precise, le fasce di reddito, così come le modalità pratiche di pagamento, dovranno infatti essere stabilite dalle Regioni nel corso del 2024.

La posizione di OCST

Gli emendamenti, che dovrebbero essere accolti dal Governo, producono dei miglioramenti rispetto alla prima versione della norma, in quanto riducono le cifre richieste ed escludono i familiari a carico.

Nonostante questo il nostro sindacato resta contrario alla nuova tassa della sanità, seppur rivisitata. Dal nostro punto di vista, un eventuale contributo per la sanità da parte dei “vecchi frontalieri” (tema che comunque necessita di una regolamentazione) andava discusso, quantificato e concordato con le parti sociali, all’interno dei tavoli di lavoro predisposti. Al contrario il Governo ha deciso di fare tutto in autonomia, presentando una norma che riteniamo ancora eccessivamente severa e penalizzante.

Soprattutto rimarchiamo come questa tassa sulla sanità risulta contraria all’articolo 9 del nuovo Accordo sulla tassazione dei frontalieri, negoziato proprio dall’Italia con la Svizzera, tramite il quale il nostro sindacato aveva ottenuto la garanzia che i “vecchi frontalieri” sarebbero stati tassati esclusivamente in Svizzera. Di fatto invece ora il Governo italiano, tramite questo contributo inserito in finanziaria, ha deciso in modo unilaterale di implementare a sua volta un prelievo forzoso dal reddito del “vecchio frontaliere”.

Per questa ragione il nostro sindacato non smetterà di opporsi alla norma facendo sentire la propria voce anche per il tramite della collaborazione con le forze sociali italiane.

 

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8 Commenti

  1. Lo stipendio “faraonico” come lo chiama lei è uno stipendio in media di 1000/1500€ superiore a quello italiano che comporta enormi sacrifici in termini di tempo e nessuna tutela rispetto ai contratti italiani.
    Ogni volta che c’è bisogno ci si rivolge alla sanità privata visto che quella pubblica ha tempi biblici.
    Con pochi giorni di malattia i frontalieri vengono licenziati, una volta disoccupati ricevono la Naspi in italia e NON lo disoccupazione in Svizzera.

    Non possono scaricare alcun tipo di spesa.

    Si parte la mattina alle 6 e si rientra alla sera alle 8.

    Provare per credere.

    Si informi prima di scrivere cavolate.

  2. Basterebbe che dal ristorno tasse, una percentuale sia versata al SSN, che tutti ma proprio tutti in Italia pagassero le tasse e che la classe politica Italiana sia fatta da persone a cui interessi il bene comune….. Basterebbe eccome!

  3. Sono d’accordo su una tassa della salute per i frontalieri perché guadagnano all’estero stipendi che rispetto ai loro connazionali è di circa tre volte superiore però poi si fanno curare in Italia praticamente gratis e senza sborsare un centesimo.
    Comunque una soluzione potrebbe essere visto che il loro guadagno è in franchi quella di pagare una cassa malati in svizzera che a dipendenza delle persone a carico costa mediamente come due stipendi per anno se sono fortunati.

  4. Nessuno deve permettersi di criticare o giudicare le posizioni economiche di chi ,lavorando oltre confine, alzandosi ad orari disumani, affrontando ore di traffico quotidiano, adeguandosi a standard di lavoro molto più rigidi ma molto più “professionali” ,ha avuto solo l’opportunità geografica, e il coraggio di varcare la frontiera per una nuova esperienza di lavoro che a detta di tanti viene “rubato” al popolo svizzero. Vi ricordo solo due particolari per farvi riflettere: Noi frontalieri paghiamo regolarmente tasse al nostro comune di appartenenza, ed il mio nella fattispecie risulta avere ricevuto dalle casse svizzere per il 2023, 4 milioni di euro . In secondo luogo il frontaliere non può scaricare nulla in Italia( mutuo, spese mediche, ecc) non percependo un reddito “italiano”. Allora siamo ancora degli AGEVOLATI, o delle persone che lavorano come tutte le altre in un contesto sicuramente migliore di quello italiano????

  5. Che oscenità pensare di trattenere fino a ben 200 euro al mese su stipendi faraonici (se paragonati a quelli italiani, basti osservare il recente incremento di retribuzione della catena di supermercati Aldi) di persone che in caso di bisogno faranno comunque uso dell’SSN italiano!

    Ho idea che a molti andrebbe mostrato quale sia la vita che svolgono i nostri operatori sanitari e a fronte di quali stipendi miseri per le enormi difficoltà lavorative che vivono quotidianamente.
    Ma ho anche idea che molte persone comprendano solo la legge della giungla, più che quelle dell’equità sociale.

    1. A proposito di equità sociale: il 47% degli italiani non paga nemmeno un euro di IRPEF (https://www.ilgazzettino.it/economia/news/dichiarazione_redditi_italiani_non_paga_tasse_fisco_ultime_notizie-7743734.html), al contrario dei frontalieri che pagano (via ristorni) il 36% delle loro tasse in Italia. Quindi le assicuro che, anche senza contributo straordinario, già ora contribuisco assai più della media dei miei concittadini a mantenere il SSN.

    2. pagare un extra per un servizio sanitario inesistente o quasi visto le lunghe attese per visite o nei pronto soccorsi non mi sembra democratico visto poi che quegli introiti le persone in prima linea ne vedranno quasi nulla
      comunque voglio anche ricordare che per un comune mortale accaparrarsi il diritto alla pensione non è uguale a quello di un parlamentare ma in questo caso non mi sembra che tutti noi scendiamo in piazza per protestare davanti a questo scempio; interessa sempre e solo la stessa cosa che il frontaliere guadagna troppo rispetto ad un suo pari grado in Italia quasi fosse colpa sua, bisogna allora togliergli quella differenza economica ma lasciargli tutto il rischio del lavoro

    3. Mai usato il SSN da quando sono frontaliere, proprio perché è un colabrodo per il quale ti operano d’urgenza solo se sei già morto!
      Colonscopia urgente pagata 600 euro, altrimenti fra 6 mesi!
      Radiografia, fisioterapia, visita urologica, laringoiatra, tutto pagato di tasca mia per avere le visite in tempi congrui! Sospetto melanoma con ricetta urgente, visita fra 6 mesi! Questo pur avendo versato le tasse italiane per anni!
      Prima di chiedere dovrebbero versarci loro il rimborso per le le loro inefficienze.

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